tag:blogger.com,1999:blog-353407272024-03-13T16:31:52.442+01:00Sotto il cielo di Pontremoli(ghost writer: Pompeo Spagnoli, barbiere e reduce)Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.comBlogger166125tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-38010409552376767722023-10-19T15:24:00.001+02:002023-10-19T15:24:44.176+02:00<p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> ops!</span></span></p>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-68438480406157890252020-05-18T21:52:00.001+02:002020-05-18T22:10:08.914+02:00Riaperture mancate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVjf5qEvovjEvGzQBz3VVqFzJwWaOuoIUJ9UqpAOmWx7rZ8R9dETVoNrYrvZtwFDpRfszU66XmXWysaSRaTHCeJ7zcDeVBpy-aJJm-nnz_V8cKjhSvq56BCLVoP1MUDaDB-H6WHg/s1600/barbiere3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="836" data-original-width="727" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVjf5qEvovjEvGzQBz3VVqFzJwWaOuoIUJ9UqpAOmWx7rZ8R9dETVoNrYrvZtwFDpRfszU66XmXWysaSRaTHCeJ7zcDeVBpy-aJJm-nnz_V8cKjhSvq56BCLVoP1MUDaDB-H6WHg/s320/barbiere3.jpg" width="278" /></a></div>
<br />Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-90937559537626638962010-01-29T08:37:00.000+01:002010-01-29T13:10:22.237+01:00Magari le cose cambiano<a href="http://magarilecosecambiano.blogspot.com/"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 172px; FLOAT: left; HEIGHT: 216px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5425754917051702258" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNpjX6pZLSkhNfsrnDwLcZ-FYb4rlUtZ8kNjcRjfoknqpFtUJ9D9zHIvIJMtUt-_g8MU0gQLn0vEzmFUrWeo6yTGcls54GpUJTF8FCTU0iTWxUr7U5TST12LjIJA7j6b0YS1iJAg/s400/show_img.jpg" /></a> " Previsto inizialmente per il 23 gennaio,<br /> <strong>è stato rinviato a sabato 20 Febbraio ore 17 al Cinema Manzoni di Pontremoli.</strong><br />"Magari le cose cambiano", un film di Andrea Segre, fotografia di Luca Bigazzi. <a href="http://magarilecosecambiano.blogspot.com/">http://magarilecosecambiano.blogspot.com/</a><br />a fine proiezione interverranno gli autori del filmBarbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-87749882405191404322009-12-24T17:46:00.004+01:002009-12-30T11:21:35.203+01:00Auguri e titoli di coda<a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4228014346/"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 239px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5418848243303542322" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXowxCxU1j9fDwMWR6LX8U9k5lePC-7fr0dHKMWodOmDiWatozb6ZFWq2m-BVUhJXwRcvBW9ZBRBNOhHCe3Nq4RL-r-O_CdT51jf1CqYGAIOGHU-s5idqzd5406KlAlueBNIF03Q/s400/daborgovecchio2.jpg" /></a><br /><div align="right"><em>"...E' così facile ridere<br />è così facile odiare<br />ci vuole forza per essere gentili e garbati<br />E' così facile ridere<br />è così facile odiare<br />ci vuole fegato per essere gentili e garbati..."</em><br /><em>I know it's over </em>The Smiths, 1986 </div><br /><br /><br />Buon Natale e Buon 2010<br />Auguri<br />a chi ha ricominciato tutto da capo,<br />a chi ha pericolosamente danzato tra il di qua e l’aldilà,<br />a chi è affranto e muto di fronte all'estremo gesto di un'amica,<br />a chi quest’anno il giorno di Natale avrà un commensale in meno,<br />a chi ha paura dei ladri e appende al balcone il pupazzo di un ladro vestito di rosso<br />a chi aspetta un treno nel gelo per fare Natale dove viveva da bambino,<br />a chi anche quest’anno vedrà arrivare tanti panettoni che non colmeranno il vuoto della sua vita in casa di riposo,<br />a chi è ancora in viaggio<br />a chi ha ritrovato la via di casa,<br />a chi non serve ai tavoli per mancanza di personale,<br />a chi allegramente suona e canta, nonostante tutto,<br />a chi già pensa a gennaio preparando fuochi,<br />a chi anche stasera si vestirà a sei strati con la stufa a gas accesa tutta la notte in una casa rossa appena fuori Pontremoli,<br />a chi ha sull’uscio lo zerbino con scritto “welcome” ma non apre la porta mai a nessuno,<br />a chi dirige il traffico con scrupolo,<br />a chi ancora cerca invano una storia edificante – merce ormai rara - da raccontare in un post natalizio.<br />Questi auguri giungono da barbieri anonimi. Anonimi, non riconosciuti da nessuno, come sotto il cielo di Pontremoli lo sono da tempo coloro che vorrebbero e si danno da fare per un paese fiducioso e accogliente nei confronti delle idee, delle persone, del futuro e soprattutto di sé stesso. Questi auguri giungono da barbieri riconosciuti e riconoscibili. Riconosciuti, come il desiderio di molti di recitare sul palco della Rosa ma pretendendo che nessuno fischi le cattive interpretazioni, nemmeno dal loggione. Riconoscibili, come quelli che testardamente e senza accettare aiuto, cercano la chiave di casa smarrita sotto i lampioni delle Piazze perché lì c’è la luce, anche se l’hanno persa nell’oscurità dei Solchetti.<br />Questi auguri sono un congedo. Grazie a tutti voi, anonimi, riconosciuti e riconoscibili che con stima, affetto o disappunto avete frequentato questa Bottega. E se qualcuno ci ha pensati guastafeste senza invito, ritenendosi offeso per una torta in faccia, sappia che “non lo si è fatto apposta”. Questo blog non voleva abbattere il tiranno ma il suo castello dentro di noi. Non abbiamo pensato di essere infettivi, portatori di opposizione. Volevamo solo salvare dalla discarica i dettagli, le storie, le speranze di una città. Per questo abbiamo scritto post carini accanto ad altri che sono un fiasco, ma ne abbiamo scritto pochi, crediamo, che sono una bugia. It was only a weblog, i’m sorry.<br /><br /><br />(best wishes from Annacarla, Ottavio, Barbér Pompeo)Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-51821677696150670802009-12-20T17:43:00.012+01:002009-12-30T11:22:58.333+01:00Un libro per salutarci<div align="right"><a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4203210486/"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5417363321601248018" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxpOwtAh6AJKZqdKtXhjgSeu7KujnUAd-R52T8INyNMhpl_b3OWSlWGh76v5U7-8ZlrbVgagPGXga9iSfrvKClUWHVEzBE3slpKDwM21Vbl9aZTx-Y6A-U23HcwULWaUuw5ubK6Q/s400/borgovecchio+1.jpg" /></a>"<em>Il libro è come un cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici.</em></div><div align="right"><em>Una volta che li hai inventati, non puoi fare di meglio</em>"</div><div align="right">U.Eco, <em>Non sperate di liberarvi dei libri</em></div><p>Non trovo modo migliore per salutare tutti gli amici del blog e augurare loro Buon Natale che suggerire ancora una volta qualche titolo.<br /><br /><em>"Una testa selvatica"</em> di Marie-Sabine Roger (Ponte alle Grazie) è la storia dell'incontro tra lo scemo del villaggio e una vecchietta. Diversissimi, lui è semianalfabeta, lei lettrice, lui vive in una roulotte, lei ha girato il mondo. Ma hanno in comune la solitudine, l'amore per i libri, la simpatia per i piccioni. Per lui diventa la nonna che non ha mai avuto e che lo inizia alla comprensione e all'uso delle parole, che gli servono anche per definire i sentimenti, all'inizio con pudore, poi con naturalezza. E' un incontro magico, in un parco dove di solito ci si ferma, ma senza osservare con attenzione l'umanità che lo popola. Bellissima la citazione di Ba (scrittore africano): "Quando un vecchio muore, è come se una biblioteca bruciasse"<br /><br /><em>"Francobollo d'addio"</em> di Heloneida Studart (Marcos Y Marcos) è un bel romanzo di indiscutibile impronta sudamericana, con le sue atmosfere passionali e i personaggi che non sono mai quello che sembrano. Soprattutto le donne, le vere protagoniste, sia quelle vive che quelle morte, in lotta per la propria affermazione, contro chi le vuole solo vittime. E, sullo sfondo, corruzione, favelas e una dittatura assassina. Ma anche l'amore, quello che va oltre la morte. E l'odio, che spingerà all'omicidio del marito-padrone. Un omicidio rivendicato con fierezza, esaltante come un orgasmo. Scrittura ricca e affascinante, come solo i sudamericani.<br /><br /><em>"Quando Nina Simone ha smesso di cantare"</em> di Darina al Jaudi è un'altra storia di donne, per la precisione di una libanese anticonformista, educata dal padre (un intellettuale ateo) alla più completa libertà, al rifiuto di qualsiasi tipo di condizionamento, religioso o sessuale che sia. Ma nella Beirut martoriata dalla guerra civile, una donna è pur sempre una "bestia da tiro", cui non è consentito manifestare sentimenti, tantomeno esigenze. L'ospedale psichiatrico sarà la conseguenza del suo ribelle modo di vivere. Ne uscirà non domata, ma rifiuterà la città (ormai semipacificata), che pure ha sempre amato, per volare a Parigi.<br /><br />E per gli irriducibili non lettori c'è un libretto di 50 pagine, che contiene decine di romanzi. Si tratta di <em>"Romanzi in tre righe"</em> di Felix Feneon (Adelphi). Uno: "A Cliché un mendicante settantenne, certo Verniot, è morto di fame. Nel suo pagliericcio sono stati ritrovati 2000 franchi. Ma non bisogna generalizzare". Oppure:" L'ex sindaco di Cherbourg, Gosse, era nelle mani del barbiere. Ad un certo punto ha lanciato un grido, ed è morto. Ma il rasoio non c'entra".<br /><br />Buona lettura e buon 2010 a tutti!<br />(by Annacarla)</p>Annacarlahttp://www.blogger.com/profile/09413405810120708447noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-64348944409212667072009-12-12T13:28:00.003+01:002009-12-13T14:22:58.764+01:00I rifiuti riconsegnati<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGDCauw7HLLP6HcqsU8ijBc2pj0x6mIOWMiDJvyR4d0HV4oTBiJVwbRNv6f5apl2xVHArEq15I7DNGGzd3e2Xc1vJ12RblqQMoA-aEeJR1lSEWXBnKnR5TNxdRX56B6XvugyhI9g/s1600-h/federcaccia.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 241px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5413954659461612050" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGDCauw7HLLP6HcqsU8ijBc2pj0x6mIOWMiDJvyR4d0HV4oTBiJVwbRNv6f5apl2xVHArEq15I7DNGGzd3e2Xc1vJ12RblqQMoA-aEeJR1lSEWXBnKnR5TNxdRX56B6XvugyhI9g/s400/federcaccia.jpg" /></a> <em>"Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità."<br /></em><div align="right"><span style="font-size:78%;">(da Le città invisibili,Italo Calvino 1972,119)</span></div><p>Ho un’istintiva simpatia per l’anonimo cittadino che nei giorni scorsi ha appeso alla porta della Sezione Comunale di Pontremoli della Federcaccia, presso la Biblioteca, un sacchetto di rifiuti vari raccolti nei boschi, accompagnandolo con un rustico cartello: "<em>Questa immondizia è stata raccolta nei boschi. Tramite la vostra associazione si invitava i raccoglitori e i cacciatori a non lasciare nulla per terra. Un cittadino</em>"<br />Più che un ammonimento, un appello, una richiesta di attenzione. L’educazione ambientale è materia che necessita di formazione continua. Ci tocca studiare. Anche l’educazione alla raccolta differenziata e porta a porta, che da poco tempo è iniziata in città, è materia difficile. “Vede signora, suo figlio è bravo ed intelligente ma non si applica…” Così parlano di noi cittadini del centro storico. Studiare, dunque. Sperando che serva e non sia tardi. Poiché ancora oggi ho la percezione di partecipare ad un’illusione: quella di chi crede di poter fermare con la schiena un treno in corsa. Mentre i macchinisti a Copenhagen chiacchierano. </p>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-17428616654063728642009-12-05T18:45:00.010+01:002009-12-06T11:10:30.353+01:00Mama Africa in tour<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdmH8IJ1DsmrVeUHJxCK0Fgev53SVgagCZoKLeGfiKnA4A81dEPb6BefS9ipoTuhyZ3rbMPT10qLnGIBa-sqbgyuMA-gdMiam0-fOPCJ_YTeIKgASIqV8CTqCHgB5rel11tsme6Q/s1600-h/Giochi+antichi.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 397px; DISPLAY: block; HEIGHT: 283px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5412055577701626850" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdmH8IJ1DsmrVeUHJxCK0Fgev53SVgagCZoKLeGfiKnA4A81dEPb6BefS9ipoTuhyZ3rbMPT10qLnGIBa-sqbgyuMA-gdMiam0-fOPCJ_YTeIKgASIqV8CTqCHgB5rel11tsme6Q/s400/Giochi+antichi.jpg" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8Du2rnC_goI-MMZwd3LbIelPD-7xrewgUqtOCXNxEgaPDOprP400tKKr3au8fBKZ6ocYl-XAc_KA4r2EvpHhoq9xHS0_TyRJWAPZd97lijvXkqh5ES_N7F85JF8a1iKm5GV60qw/s1600-h/Suoni+e+colori.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 397px; DISPLAY: block; HEIGHT: 283px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5411442175746540434" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8Du2rnC_goI-MMZwd3LbIelPD-7xrewgUqtOCXNxEgaPDOprP400tKKr3au8fBKZ6ocYl-XAc_KA4r2EvpHhoq9xHS0_TyRJWAPZd97lijvXkqh5ES_N7F85JF8a1iKm5GV60qw/s400/Suoni+e+colori.jpg" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3yLJCZDjbHNKeyIS4FXIoDkWd6a5WGfnetI-0eqzI2DUVVuku5jSaAWKCGUJNgraTfGc6DMOR8UT1RzE-_Fy1hEC7LoehMcLWrgZCR0sodezXKqypHSqLosqZyyi98futTnbFaw/s1600-h/Danza.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 397px; DISPLAY: block; HEIGHT: 283px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5412055739815278706" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3yLJCZDjbHNKeyIS4FXIoDkWd6a5WGfnetI-0eqzI2DUVVuku5jSaAWKCGUJNgraTfGc6DMOR8UT1RzE-_Fy1hEC7LoehMcLWrgZCR0sodezXKqypHSqLosqZyyi98futTnbFaw/s400/Danza.jpg" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUBCcjo9z586UVwD2tst4LsaJ1XHgLCw28EQARuSJDm6a4gmWYw5P4Knwn-B40vfmed9Zz6Jb8B66Bjour4OJZCER54PD6jfJwuH5mX8Tslp48gQw6AsSS4yaJ-Z05_dgsHuDodA/s1600-h/pelli.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 397px; DISPLAY: block; HEIGHT: 283px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5411442100131183922" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUBCcjo9z586UVwD2tst4LsaJ1XHgLCw28EQARuSJDm6a4gmWYw5P4Knwn-B40vfmed9Zz6Jb8B66Bjour4OJZCER54PD6jfJwuH5mX8Tslp48gQw6AsSS4yaJ-Z05_dgsHuDodA/s400/pelli.jpg" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQhwj8hM-Lzl_HAahOnu-jwWCL5-Ij8icknYyA5CiDs-MQ1P9vYQuWTMAggKW1gkq-ROVrZKND5JjRyKWUu_6gmuG_IjAAX-tuMjKfG2sxMhMbV9htONm3IEFNfbyv5n33FgDiDg/s1600-h/Nessuna+dissonanza.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 397px; DISPLAY: block; HEIGHT: 283px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5411442027483139970" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQhwj8hM-Lzl_HAahOnu-jwWCL5-Ij8icknYyA5CiDs-MQ1P9vYQuWTMAggKW1gkq-ROVrZKND5JjRyKWUu_6gmuG_IjAAX-tuMjKfG2sxMhMbV9htONm3IEFNfbyv5n33FgDiDg/s400/Nessuna+dissonanza.jpg" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnfF2RQ0A3ftWSuDtyTusL7PWMdYv2g0I4uzWQiIH7jHB537HOLWgEObWwIuBj-bC2dzdCaqTZ2Xr2QBnQZlk4o5R5nLGDJ_ewjl7vb2p2jmm3dc4ix7kBr6poIDcjUMXdc1dXsw/s1600-h/L'albero+della+Kora.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; 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MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 397px; DISPLAY: block; HEIGHT: 283px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5412055862588809314" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Vl9pvQ3OUs7Q6hMB2dR4NXKytuurgHPouEB7DYs4JQrT70gWYHOnaibwq134kS7EjP5sujZYJ1Rt1iexW3BZIHBbTbFDteG5HJiPahhfMrhyphenhyphenx6zLXUV8BWORUBpRPe5bLwbnBA/s400/Armonia+possibile.jpg" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWb5SH6sa2QCZGyJZ2q0AAO-Ifo6R84HqdlISSRA-dPjZUrXWbGZSQOoveGUKqnUZPizO2DLvR5jm99bYU9VuJo4v7COaLADqZfJq-VfLhlWyKGhE_m7wLGH-PZi7v2U6oa1JEtw/s1600-h/Colore+sul+palco.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 283px; DISPLAY: block; HEIGHT: 397px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5411439299593487698" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWb5SH6sa2QCZGyJZ2q0AAO-Ifo6R84HqdlISSRA-dPjZUrXWbGZSQOoveGUKqnUZPizO2DLvR5jm99bYU9VuJo4v7COaLADqZfJq-VfLhlWyKGhE_m7wLGH-PZi7v2U6oa1JEtw/s400/Colore+sul+palco.jpg" /></a></div></div></div></div></div></div></div>Le più belle foto del festival Mama Africa 2009 sono ora in giro per la città. Un po' di calore e colore in questo grigio finale d'autunno. Un gioco di contrasti e pensieri che migrano alla prossima estate. Un cordiale grazie a Franco per le foto.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-16694156801902772942009-11-29T10:06:00.024+01:002009-12-30T11:23:48.952+01:00Sull'eleganza e il suo contrario<div align="right"><a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4143259415/"><span style="font-size:78%;">fuoriluogo,foto barber pompeo</span> </a></div><div align="right"><a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4143259415/"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 254px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5408760098015288434" border="0" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/Sw_Gpv2CHHI/AAAAAAAABTE/tho6MhKDxYs/s400/cocacola3.jpg" /></a><em>"Quelli che la notte non si può girare più<br />quelli che vanno a mignotte<br />mentre i figli guardan la tv<br />che fanno i boss,<br />che compran Class<br />che son sofisticati da chiamare i NAS... "</em><br /><span style="font-size:78%;">Quelli Che Benpensano, Frankie Hi-Nrg Mc</span> </div><br /><div align="left">L'eleganza sarà il tema della prossima festa al Centro Giovanile, il 7 dicembre. Non ci stiamo imbucando, aderiamo ad un invito sul tema.<br />Sull’eleganza, quella autentica. Da non confondersi con l’arido apparire e il distacco snob che spesso nascondono ben poco eleganti modi di vivere. Perché l’eleganza…<br />non è un abito di gala: è il rispetto per chi si incontra, indipendentemente dal suo vestito;<br />non è una berlina da 60 mila euro: è l’incedere lento di chi gode ancora a fare quattro passi a piedi;<br />non è fare lo struscio col barboncino al guinzaglio: è raccogliere le deiezioni lasciate in strada dai propri cani;<br />non è la perbenista astensione dagli alcoolici: è sapere bere uno o più d’un bicchiere in compagnia senza trasformarsi in bruti;<br />non è strumentalizzare l’idea della saggezza degli anziani: è lasciare spazio a chi viene dopo, consapevoli che ognuno fa il proprio tempo, non tutti i tempi;<br />non è acquistare Il Corriere della Sera perché è neutrale (?): è il farsi un’opinione propria rispettando quelle degli altri;<br />non è una dispensa piena di qualsiasi cosa da potere offrire all’ospite: è accogliere l’ospite, anche sconosciuto, e offrirgli un bicchiere d’acqua e la propria vicinanza;<br />non è difendere la quiete pubblica e il silenzio notturno: è fare compromesso tra le istanze del proprio riposo e quelle di chi cerca svago;<br />non è votare un partito moderato: è anteporre la scelta di un equilibrio agli equilibrismi;<br />non è difendere valori tradizionali e proporli come universali e immutabili nel tempo: è coltivare la cultura del dubbio, offrire cittadinanza ad idee nuove e cercare di comprenderle;<br />non è frequentare la scuola privata: è imparare da chiunque ha qualcosa da trasmettere e condividere il sapere;<br />non è presidiare tenacemente liste elettorali, istituzioni e posti in prima fila: è coltivare tenacemente partecipazione e servizio alla comunità;<br />non è la facile condanna dell’immigrato quando delinque: è denunciare la promiscuità e l’esclusione di una comunità reclusa e isolata in una casa rossa tra i prati e la statale;<br />non è proporsi come anima e salvezza della vita del centro storico: è accettare di non essere i proprietari indiscussi della piazza solo perché lì ci si lavora;<br />l'eleganza infine è far suonare a festa le campane il giorno del proprio funerale, lasciandoci un sorriso che allontana il dolore.</div><br /><br /><div align="left"><span style="font-size:85%;">(by Ottavio & Pompeo)</span></div>Ottaviohttp://www.blogger.com/profile/07583425802130785755noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-46181475086218623462009-11-22T12:19:00.026+01:002010-01-06T17:47:11.670+01:00La maglia sganciabile in corsa<div align="right"><a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4147956110/"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5406159628776402690" border="0" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SwaJihBGbwI/AAAAAAAABSc/hz1PT10UHEE/s400/piazza+di+sera.jpg" /></a><em>"It was a train that took me away from here<br />but a train can't bring me home...</em> "</div><div align="right"><span style="font-size:78%;">Train Song, Tom Waits<br /></span></div>Si narra che avesse scoperto il sistema alla stazione ferroviaria pensando subito di farne tesoro. Da sempre accade che tra le stazioni di Pontremoli e Grondola la salita renda insufficiente la prestazione del locomotore. Così, per i treni pesanti è prevista "la spinta". Un locomotore aggiuntivo va in coda al treno agganciandolo con un dispositivo un pò artigianale chiamato "maglia sganciabile in corsa". Con un gioco di fischi, i macchinisti dei locomotori di testa e di coda si accordano per dare insieme trazione e spinta. Arrivati a <a href="http://www.youtube.com/watch?v=M_qQQE4Ogd0">Grondola</a> la spinta si sgancia al volo e torna a Pontremoli in attesa di un nuovo intervento. La "maglia sganciabile" gli era sembrata un'ottima soluzione anche per la gestione della sua difficile amministrazione. Nel ruolo di temporanea spinta aveva così agganciato di volta in volta le varie opposizioni, esterne e interne. Momentanei consensi, prudenti collaborazioni, fugaci agganci e sganci in corsa. Dopo le prime difficoltà, aveva anche ottenuto qualche apprezzabile risultato: la partenza della raccolta porta a porta dei rifiuti, la chiusura dei debiti con le banche, l'apertura pomeridiana delle Poste. Il sistema sembrava funzionare. Una sola spinta non gli riusciva di agganciare: l'opinione pubblica. A suo tempo, qualcuno dei suoi aveva previsto nel programma "ogni sei mesi un incontro pubblico". Incontri sempre rinviati, troppo ostici e prevedibilmente imbarazzanti. Ora piuttosto,con un aggangio al proprio partito,cercava una spinta per un altro viaggio, un nuovo incarico a Firenze. Una verifica dei regolamenti gli aveva impedito l'aggancio al primo tentativo.Pazienza. Nel frattempo il locomotore fermo dell'opinione pubblica restava in attesa.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-3044068075774213612009-11-14T14:56:00.009+01:002009-12-30T11:25:08.854+01:00Signore e signori, buonanotte<a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4102570797/"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 224px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403958444503753362" border="0" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/Sv63kumeYpI/AAAAAAAABSM/oIVeLbeG3JM/s400/tribunale2.jpg" /></a> - Onorevole non crede sarebbe opportuno, in attesa di conoscere la verità, di dare la dimissioni dalla sua alta carica...<br />- Giovanotto, dimettermi: mai! Questa sarebbe una mossa sbagliata!<br />- Lei vorrebbe dire che le sue di dimissioni sarebbero un implicito riconoscimento delle accuse...<br />- Ma no, no: io non mi dimetto per combattere la mia battaglia da una posizione di privilegio. Dal mio posto posso agevolmente controllare l'inchiesta, inquinare le prove, corrompere i testimoni: posso, insomma, fuorviare il corso della giustizia.<br />- Onorevole, ma non è irregolare, contro la legge?<br />- Ah no giovanotto, io le leggi le rispetto, e soprattutto la legge del più forte. E siccome in questo momento io sono il più forte intendo approfittarne, è mio dovere precipuo!<br />- Ma dovere verso chi, scusi?<br />- Ma verso l’elettorato che mi ha dato il voto per ottenere da me posti, licenze, permessi, appalti, perché li spalleggi in evasioni fiscali, in amministrazioni di fondi neri, crolli di dighe mal costruite, scandali, ricatti, contrabbando di valuta.<br />- Scusi, ma che cacchio sta dicendo?<br />- Io sto dicendo che l’elettorato vede in me un prevaricatore. Se invece voleva scegliere un uomo probo, onesto e perbene, ma che dava i voti a me? Addio ragazzo...<br /><div align="right"><span style="font-size:85%;">Marcello Mastroianni, Carlo Bagno, in<em> Signore e signori, buonanotte</em></span> </div><div align="right"></div><div align="left"></div><br />Quando provi a mettercela tutta, quando provi a fermare i pensieri sulle storie della tua piccola città, quando vorresti limitarti a piantonare la tua piccola trincea quotidiana, quando pensi che questo possa bastare, ti accorgi che non ce la potrai mai fare. La realtà è più grande, tracima misera e inquietante gli argini che ti sei costruito e invade da ogni lato la soglia della tua attenzione. E non c’è verso di restare indifferenti.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-57532709917206650832009-11-07T18:34:00.021+01:002009-11-08T12:30:54.254+01:00Non cercare i maestri zen<a href="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SvaqsfbVDrI/AAAAAAAABRg/q3DPRJ0YZ9M/s1600-h/luceaimuri.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 138px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5401692484404580018" border="0" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SvaqsfbVDrI/AAAAAAAABRg/q3DPRJ0YZ9M/s400/luceaimuri.jpg" /></a> <div align="left"><a href="http://4.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SvWwNmySZDI/AAAAAAAABRI/gdh93j9lWHQ/s1600-h/Copia+di+luceaimuri.jpg"></a><em>Tu la conosci la stor</em><em>ia del maestro zen e del bambino? C’è un bambino che per il suo quattordicesimo compleanno riceve un cavallo, e tutti nel villaggio dicono: “Che meraviglia, ha ricevuto un cavallo!”, e il maestro zen dice “Vedremo”. Due anni dopo cade da cavallo e si rompe una gamba, e al villaggio dicono:”E’ terribile, e il maestro zen dice:”Vedremo”. Poi scoppia la guerra e tutti i giovani devono andare a combattere tranne il ragazzo che ha la gamba ridotta male, e tutti al villaggio dicono: “Che meraviglia”… - E il maestro zen dice: “Vedremo”</em> </div><div align="left"></div><div align="right"><span style="font-size:78%;">P.S. Hoffman e Tom Hanks in La guerra di Charlie Wilson</span> </div><div align="right"></div><br />Costruirono un muro, a separar le genti. Un grande simbolo di finta pace. Tutti piansero in quei giorni, e il maestro zen disse”Vedremo”. Dopo tanti anni e tanti sforzi il muro fu infine abbattuto. Tutti gridarono “Oh, meraviglia!”, ed il maestro zen disse “Vedremo”. Al posto di un muro ne edificaron mille. Muri fisici nei quartieri delle nostre città, muri mentali a proteggere le nostre indifferenze, muri navali a respingere i disperati del mare . Muri, muri e ancora muri. E mentre tutti volsero lo sguardo al maestro zen un giovane gli si avvicinò fiducioso a cercar conforto. Ed il maestro zen, respirando profondamente, alzò gli occhi al cielo, subito li riabbassò, allontanò le mani fino allora giunte e le dispose a taglio... e gliene diede tante... ma tante... ma tante...!<br />Morale: quand'è ora, vedi di darti da fare e lascia perdere i maestri zen.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-3995190693466392492009-10-31T17:57:00.001+01:002009-10-31T18:06:11.461+01:00Il realismo in un buon ascolto<a href="http://4.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SuwpO9cKUGI/AAAAAAAABQ4/LtVbMo9vgtM/s1600-h/4828.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 214px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5398735390297968738" border="0" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SuwpO9cKUGI/AAAAAAAABQ4/LtVbMo9vgtM/s400/4828.jpg" /></a><br /><div align="right"><a href="http://4.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SuwY6UFk34I/AAAAAAAABQw/QD18s5HWqfU/s1600-h/4828.jpg"></a><span style="font-size:85%;">"<em>La vita è a colori ma il bianco e nero è più realistico</em>"</span></div><div align="right"><span style="font-size:85%;">Samuel Fuller </span></div><div align="right"><span style="font-size:85%;"><span style="font-size:78%;">in</span>:</span><span style="font-size:85%;"> <em>Lo stato delle cose </em></span></div><div align="left">Ci vuole coraggio a proporre oggi un audio-documentario. Mentre una scatola luminosa ci ha occupato la casa, la dipendenza dall’immagine è divenuta epidemica e sembra esistere solo ciò che arriva agli occhi, qualcuno ha il coraggio di invitarci all’ascolto di un documento solo sonoro.<br />Sabato 14 novembre alle 17.00 nella Sala del Quattrocento del Comune di Pontremoli, ci sarà la presentazione di: «<a href="http://www.audiodoc.it/archivio_scheda.php?id_scheda=120">Guerra nel Mediterraneo</a>» Dalla Cap Anamur a Frontex e ai nuovi campi europei. Un audio-documentario che racconta la strategia dell'Unione Europea nei confronti dei disperati. Interviste, registrazioni telefoniche, documenti sonori ufficiali e segreti, drammatici e impressionanti quanto un film horror. La realtà che ti vibra negli orecchi. Un ritorno all’ascolto, come quando da piccoli correvamo davanti alla vecchia radio a valvole del nonno, avvicinandoci di più, perché ogni parola che superasse quel molesto fruscio di fondo era importante, da non perdere. Buon ascolto, dunque.<br />Perché anche i cani senza guinzaglio a volte si fermano e drizzano le orecchie mentre lo sguardo è immobile. </div>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-8435811064325668022009-10-25T10:29:00.007+01:002009-12-30T11:29:52.850+01:00Il Medioevo e la mosca Carnaria<a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4042007473/"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 295px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5396468246160155890" border="0" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SuQbRzYNJPI/AAAAAAAABQY/Qk7L7ze7X5s/s400/medievalis2.jpg" /></a><br /><div align="right"><span style="font-size:78%;">medievalis2009,<a href="http://www.flickr.com/photos/barberpompeo/4042007473/">foto barber pompeo</a></span></div><br /><div align="right">"<em>I libri si dividono in due categorie:</em></div><div align="right"><em>i libri per adesso e i libri per sempre</em>"<br />(John Ruskin)</div>Per una strana combinazione ho letto "<em>Carnaria</em>" di Fabio Baroni, Pacini Fazzi editore, proprio mentre infuriava la mega festa di Medievalis e non ho potuto non rilevare lo spirito che accomuna il libro all'evento dell'estate pontremolese: la rievocazione di un medioevo finto, infarcito di luoghi comuni.<br />Il romanzo, secondo quanto afferma nella postfazione l'autore, nasce dal ritrovamento, nel castello dell'Aquila, a Gragnola, di uno scheletro che in una vertebra aveva infissa la parte metallica di un berrettone di balestra con sopra uova di mosca. Lo spunto perfetto per un romanzo d'ambientazione medievale! E quindi il viaggio del soldato Wolfango alla ricerca di un documento chiuso in una cassettina di marmo.E la carnaria del titolo? E' la mosca che si nutre del sangue e del corpo già decomposto di un cadavere.<br />C'è, nel romanzo, la persecuzione dei Templari e la storia delle Sante Marie del mare. E c'è anche Dante Alighieri, che dà il via alla ricerca della reliquia. Un Dante un po'bizzoso, in verità, indispettito con chi non mostra di apprezzare la sua poesia. Ci sono il Graal, l'Abbazia di Cluny, la sentenza di Ponzio Pilato che assolve Gesù Cristo.<br />C'è tanto, c'è troppo in un breve romanzo di 132 pagine. E quindi c'è poco spessore. Una storia artificiosa, confezionata in una serie di banalità. Inoltre la scrittura non aiuta. La scelta di una paratassi estrema in molti capitoli, appesantisce invece di snellire la lettura. Così come l'aggettivazione eccessiva, debordante. E i passaggi repentini dalla prima alla terza persona, il colloquio interiore con la madre, le espressioni così costruite da sfiorare il ridicolo (..<em>Ero un uomo. E un uomo se ne va. Se ne deve andare</em>.). Per tacere dell'incontro d'amore con Gabrielle...<br />Insomma, un pastiche, un medioevo molto di maniera, sull'onda delle varie rivisitazioni, oggi tanto di moda. Peccato che il proposito, nobilissimo, di "intellettuale indigeno" di essere la voce narrante della Lunigiana e della Garfagnana, non sia andato a buon fine. La Carnaria s'è mangiata l'occasione.<br />(by Annacarla)Annacarlahttp://www.blogger.com/profile/09413405810120708447noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-84206498268146558732009-10-17T19:19:00.010+02:002009-10-23T18:15:31.463+02:00Pane e romanzi<div align="right"><span style="font-size:78%;"></span><a href="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SthXVaR3NnI/AAAAAAAABPg/yIu6V3PS-l4/s1600-h/testi.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 242px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5393156579119281778" border="0" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SthXVaR3NnI/AAAAAAAABPg/yIu6V3PS-l4/s320/testi.jpg" /></a><a href="http://www.flickr.com/photos/dobbianatarasco/3443941629/"><span style="font-size:78%;"><em>testi</em>,foto tarasco2003</span></a><span style="font-size:78%;"> </span></div><p><em>"Io non so spiegare scientificamente perché un disco di pane azzimo (acqua tiepida, sale e farina) può diventare strepitosamente buono. Neanche uno scienziato troverebbe facilmente la formula esatta che rende i testaroli di Pontremoli qualcosa di così unico. Tutto ciò che so - perché lo si tramanda da tempo e l' ho visto fare - è che il merito va al testo lunigiano, il fornello dove si cuociono, al fatto che la fonte di calore è la fiamma viva di un fuoco di legna e che la farina è di grano autoctono. Il testo si maneggia con due buone braccia: è circolare, di ghisa (un tempo di terracotta), composto da due parti che si chiudono su se stesse. Il testarolo invece, una volta cotto, si taglia a losanghe, si sbollenta e si condisce con un pesto di basilico, parmigiano o pecorino, olio extravergine: la semplicità eletta a forma d' arte. Quello artigianale pontremolese è sottile, leggero e poroso, niente a che fare con quelli industriali, di solito compatti, spessi e pesanti. Ma che ci importa della formula che li rende speciali: sappiamo che molto sta nella bravura dell' artigiano e nell' umile utensile, il testo, che è anche capace di schiudere un mondo di storie e di altre vite, soprattutto qui a Pontremoli. Mentre in casa si arroventava il testo, gli uomini calpestavano i sentieri della Via Francigena con la gerla o il carretto stipati di libri. In questa cittadina medioevale dall' Alta Lunigiana il commercio librario esisteva fin dal Seicento, ma la cosa straordinaria fu l' esodo peregrinante da queste terre, Montereggio in primis, di generazioni di venditori ambulanti di libri. Si chiamavano Maucci, Tarantola, Bertoni, Fogola, Vannini, Giovannacci, Rinfreschi e, raggiunte le città più grandi e acquistati stock di volumi dagli editori con i proventi della vendita di formaggio, legname, castagne, si disperdevano per l' Appennino e su verso la Pianura Padana carichi di romanzi, poemi epici, storie di santi, testi bollati dalla censura oscurantista. Pellegrini dell' Ottocento, i librai pontremolesi, come prima lo erano stati i devoti che percorrevano i tracciati calcati dal vescovo Sigerico per raggiungere la Città Eterna dalla lontana Canterbury. In cambio del pane questa gente vendeva il pane dello spirito e i più giovani crescevano nell' odore della carta stampata. Mi piace pensare che questa vicinanza li rendesse curiosi e non solo avidi di incassare, uomini civili oltreché commercianti, un po' poeti nel portare con sé l' Adelchi del Manzoni, mai soli, anche senza una casa. Forse tra i primi librai ambulanti pochi sapevano leggere, ma conoscevano a memoria passi dell' Orlando furioso con cui incantavano i contadini dei villaggi e i cittadini che si avvicinavano alle loro bancarelle. Intanto il fenomeno si era esteso con il perfezionarsi delle vie di comunicazione e il rafforzarsi dello spirito imprenditoriale dei librai, tanto che nell' Ottocento essi si spinsero all' estero, in Francia, Spagna e nell' America centromeridionale. Molti tornarono in Lunigiana e nel 1952 si organizzò il primo raduno nel corso del quale si decise di lanciare il Premio Bancarella, l' unico premio letterario gestito dai librai. Nel 1953 fu assegnato a Ernest Hemingway con Il vecchio e il mare; l' anno successivo sarebbe toccato a Giovanni Guareschi e, via via, al Pasternak de Il dottor Zivago o al Singer de La famiglia Moskat. Quasi sessant' anni, dunque, per la bella festa dei libri di Pontremoli - che nel tempo ha ideato anche sezioni dedicate alla cucina, al vino e allo sport - a ricordare una tradizione antica e affascinante."</em> - CARLO PETRINI - Pane e romanzi in Alta Lunigiana, <span style="font-size:78%;">da Repubblica Viaggi 14 ott 2009 pag13</span></p><p>Un tempo, un altro giornalista, Giorgio Bocca, anch'egli di passaggio a Pontremoli nella sua rubrica su L'Espresso - cito a memoria - scriveva: "mi hanno portato un piatto di pan bagnato condito con pesto, accompagnandolo con un vinello pallido e acidulo che definirlo vino era davvero troppo". Era un invito a non indulgere al culto ossessivo della tradizione o alla celebrazione ad occhi bendati della cucina povera. Era trent'anni fa o giù di lì.<br />E'assai diverso il taccuino di viaggio di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, nei giorni scorsi a Pontremoli. Sembra portare con sé, come fosse una bussola, una frase del Talmud: "Colui che non ha la terra sotto i piedi non è un uomo". Con occhi esercitati al contatto con la terra, con le sue radici e i suoi germogli, offre una lettura di questo nostro paese che incanta e lusinga oltre misura. Ed al di là delle elegiache visioni il legame con la terra è assolutamente reale. </p>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-64339241645644356202009-10-10T15:04:00.018+02:002009-10-10T19:13:12.300+02:00Viva è la Carta<div align="center"><br /></div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDfDjWTaIINv7AI1_B7xfHCmD9hogg9LOID_XCs7Txi_36oQSsZQmIzW2TyftBv2kfJTYRhN-3z6jMrEZt9rFNCibCJTaZAhE1Sg42LGFjcyGi0yWE2SqCwjxGpTNShVq3H79B6Q/s1600-h/Costituzione_b_med.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 286px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5390585737007256546" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDfDjWTaIINv7AI1_B7xfHCmD9hogg9LOID_XCs7Txi_36oQSsZQmIzW2TyftBv2kfJTYRhN-3z6jMrEZt9rFNCibCJTaZAhE1Sg42LGFjcyGi0yWE2SqCwjxGpTNShVq3H79B6Q/s400/Costituzione_b_med.jpg" /></a><br /><p align="center"><em><strong>Art. 3.</strong><br />Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.<br />È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. </em></p><br /><p align="center"></p><p align="left">Non è carta straccia.<br />E' la Carta Costituzionale<br />Da conoscere, da custodire, da difendere, da mettere in pratica.<br />E' la Carta Costituzionale<br />E' facile, chiunque la capisce.<br />E' la Carta costituzionale<br />Garantisce tutti, belli e brutti, grandi e piccini.<br />E' la Carta Costituzionale<br />Ti disintossica e vivi in forma.<br />E' la Carta Costituzionale<br />Quando ti vien voglia di andartene e piantar lì tutto, valla a cercare.<br />E' la Carta Costituzionale<br />Non la tenere in panchina, mettila alla prova e non ti deluderà.<br />E' la Carta, bellezza. E non è in vendita.</p><br /><p align="left"></p><span style="font-size:85%;">(by Ottavio)</span>Ottaviohttp://www.blogger.com/profile/07583425802130785755noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-28811150609205412652009-10-04T10:11:00.005+02:002009-10-05T13:13:09.876+02:00Un piccolo evento che vale un'estate<div align="right"><a href="http://1.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SpVezvAb4OI/AAAAAAAABMA/gKpjF9_RP6c/s1600-h/Ericultima.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 208px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5374305973221187810" border="0" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SpVezvAb4OI/AAAAAAAABMA/gKpjF9_RP6c/s400/Ericultima.jpg" /></a><span style="font-size:85%;"><em>"Chi sente un suono </em></span></div><div align="right"><span style="font-size:85%;"><em>intonato al suo temperamento</em></span></div><div align="right"><span style="font-size:85%;"><em>non può sottrarsi al suo influsso" </em></span></div><div align="right"><span style="font-size:85%;"><span style="font-size:78%;">Ibu Arabi,mistico andaluso 1165-1240</span><br /></span></div>Non so per quali percorsi e vicende Eric Wrixon, compagno delle prime avventure musicali di Van Morrison, abbia scelto di vivere a Pontremoli, preferendo le colline di Arzelato a quelle della sua verde Irlanda. Prendo atto di un innesto fortunato e fruttuoso. Almeno per noi che la sera del 13 agosto ci siamo stretti in piazzetta San Geminiano per il concerto dei suoi Them. Quest'irlandese dai lunghi capelli sbiaditi e lineamenti stracarichi per due ore ha spremuto blues dalle tastiere e dalla voce. Non una musica sgualcita ricordo di gioventù ma una fluida miscela di vitalità e passione non sopita. Da "It's all over now baby blue" a "Mistic eyes" fino a "Baby please don't go" per finire con una intensa versione di "Gloria". Blues romantico, vagamente alcolico e nicotinico ma irriducibile a ricordi di reduce. Un pubblico dai capelli grigi, bianchi e bianchissimi ha ritrovato la propria appartenenza. I pochi in più tenera età, hanno misurato il proprio stupore per un piccolo evento che valeva un'estate. Mi fermo qui perché, come diceva Franck Zappa "scrivere di musica è un pò come ballare di architettura". Le parole non possono restituire la potenza e le emozioni della musica.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-21323916348803066922009-09-26T17:21:00.001+02:002009-09-27T15:55:35.777+02:00Ennio Flaiano,sulla strada di Pontremoli<a href="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/Sr9uqUvQy_I/AAAAAAAABNo/bEYODTVLjbk/s1600-h/domenica.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 267px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5386145352758905842" border="0" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/Sr9uqUvQy_I/AAAAAAAABNo/bEYODTVLjbk/s400/domenica.jpg" /></a> <div align="right"><a href="http://www.flickr.com/photos/stefanopessina/3373957444/"><span style="font-size:78%;">domenica mattina,foto di stefano pessina</span></a> </div><br /><em>"Così ragionando, arrivammo sulla strada che porta al colle della Cisa, e qui la domenica italiana era nel suo fulgore pomeridiano. Non soltanto nei paesi ma anche lungo la strada, nei tornanti che avviluppano i colli a guardia del Taro, il passeggio festivo era intenso, sbadato, animato di conversazioni e di giuochi, sicché sembrava che stessimo attraversando un’unica immensa città. Per buon tratto seguimmo a passo d’uomo una processione, anzi la nostra macchina che chiudeva il corteo dei fedeli, ne fu, a giudicare dagli sguardi delle Figlie di Maria, l’attrazione più vistosa.<br />Fermi davanti ai bar e alle osterie, gli uomini discutevano immobili come statue scese dai loro piedistalli, con quel peso che soltanto la gente di campagna riesce a far sentire nelle loro membra. Passavano i carabinieri di servizio, col sottogola e il moschetto, un cacciatore se ne andava col cane in motocicletta, con le zampe sul manubrio anche lui, nella improvvisa serietà dei cani che fanno una cosa da uomo; o un gelataio ci guardava masticando un filo d’erba.<br />In piena solitudine ci salutavano ragazze ardite vestite a festa, che passeggiavano allacciate raccontandosi i loro segreti d’amore, oppure parlando della nuova moda, mentre i giovani sornioni le seguivano giocando con una palla e fingendo, al nostro passaggio, di perdere l’equilibrio e di voler finire sotto le ruote della macchina. Ci arrivavano le loro allegre risate, più spesso le urla di aggressiva ammirazione per la barocca architettura dell’automobile. Fermandoci nei vasti spiazzi dei tornanti a guardare la lontana città immersa nella sua caligine azzurra sentivamo lo stormire degli alberi, il fresco fiato della valle che si apriva ai nostri piedi, col largo fiume ghiaioso.<br />Era un’Italia così intima nel suo riposo da toglierci ogni meraviglia per gli spettacoli che dovevano seguire: la improvvisa corsa di biciclette che si annunciò e ci superò verso Pontremoli, in un festoso arrancare di colori e di grida di incitamento, con quei giovani dall’occhio spento nello sforzo della pedalata e gli ultimi che venivano senza perdersi di coraggio, ma anzi a non far sorridere del loro ritardo; o la giostra all’uscita di un paese, quattro sedili che volavano nel vento, un gruppetto di ragazzi in attesa del loro turno, quei ragazzi della domenica vestiti e ravviati come ometti, l’orlo di un fazzoletto che sbuca dal taschino della giacca; o la fermata ad un passaggio a livello, dove continuavano il via-vai, inchinandosi sotto le sbarre, famiglie anch’esse vestite a festa, le bambine con la borsetta, le mamme col cappotto nuovo, i padri presi dalla giusta malinconia di un pensiero familiare.<br />Poi, altro inevitabile errore di quell’ormai persa giornata, imbucammo la strada che porta a Viareggio costeggiando il mare."</em><br /><br />E' solo un frammento tratto da un racconto di Ennio Flaiano (introduzione a "La domenica degli italiani" album di istantanee di Lori Sammartino 1963,<a href="http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=74024&sez=HOME_SPETTACOLO&ssez=VETRINA">riedizione 2009</a>)<br />Una domenica d’aprile di fine anni Cinquanta, sulla strada di Pontremoli. Negli stessi anni Kerouac vive e scrive la sua “On the road”. Lo so, è solo una coincidenza e il paragone è avventato. Ma quel periodo, quel paesaggio oggi stinto e irriconoscibile, quella passione curiosa per il viaggio, quel desiderio intimo di uscire dalle umane frontiere mentali induce alla stessa nostalgia. Ed a togliere almeno una sera alla televisione per concederla a Flaiano.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-17701941586883646262009-09-19T19:13:00.006+02:002009-09-20T19:11:49.212+02:00L' eccentrico Fatto Quotidiano<p align="right"><object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/l0-GNTj_ayQ&hl=it&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/l0-GNTj_ayQ&hl=it&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /></p><p align="left">Montereggio, venerdì 28 agosto, quasi sera. Sotto il grande crocifisso dell'abside dell'antica Chiesa di Sant'Apollinare, tre giornalisti in rigorosa camicia arancione raccontano la preparazione di un nuovo giornale. Laico, non ideologico, autodefinito eccentrico, che non cerca finanziamenti pubblici, che apre le porte a scrittori in cerca di libertà di scrivere e informare, che nascerà solo se avrà dei lettori interessati ad acquistarlo. Un racconto in cui temerarietà e coraggio si rincorrono e scambiano continuamente di posto. Un'avventura in controtendenza quando la frantumazione delle ideologie ha portato con sé la frantumazione delle idee e delle passioni e la voglia di libera informazione è come una sindrome rara che però non contagia nessuno. Credo che mercoledì 23 mi affaccerò in edicola almeno curioso dell'impresa. </p>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-11925677815925891412009-09-12T11:18:00.006+02:002009-09-12T11:31:13.742+02:00La scuola che fa male<a href="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/Sqtp_v1zb8I/AAAAAAAABMg/Eg9Ex6AdCdc/s1600-h/parodi.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 308px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5380510723719000002" border="0" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/Sqtp_v1zb8I/AAAAAAAABMg/Eg9Ex6AdCdc/s400/parodi.jpg" /></a> <div align="right"><em>"Perché un bambino cresca bene, </em></div><div align="right"><em>occorre un villaggio intero"</em></div><div align="right"><span style="font-size:85%;">(proverbio africano)</span><br /></div><div>Ci siamo appena lasciati alle spalle gli esiti dell'anno 2008/09, con il suo vertiginoso aumento di respinti, con o senza 5 in condotta. Migliaia di non ammessi (esempio? 70.000 ragazzi tra la prima e la seconda media ripeteranno l'anno), in nome del rigore, della severità, del merito. Perché tante ripetenze? Per troppe assenze? Per cattiva condotta? Per profitto insufficiente? Un dato su cui riflettere è che una parte consistente dei respinti è composta di figli di immigrati, alle prese con le difficoltà della lingua e dell'integrazione.<br />Un contributo interessante alla comprensione dello stato attuale delle nostre istituzioni scolastiche ci viene fornito da Maurizio Parodi <span style="font-size:85%;">(*)</span> con "<a href="http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?OpereID=134712">La scuola che fa male" ed. Liberodiscrivere</a>. E' un percorso disincantato e impietoso (ma non rassegnato) attraverso i mali che affliggono una scuola che è fonte di disagio e disadattamento per migliaia di bambini, che condanna (spesso i più poveri) all'ignoranza, che non sa motivare, interessare, coinvolgere. Che divide, a partire dagli spazi e dai tempi; che controlla, a partire dalla "postura pedagogica"(sembra che si possa imparare solo stando seduti).<br />E tutto ciò senza che nasca da un vero progetto, anzi Parodi individua una serie di "postulati pseudopedagogici"che sono fondamento di pratiche didattiche diffuse, in realtà privi di attendibilità. Uno per tutti: "L'insuccesso scolastico è dovuto all'inadeguatezza del soggetto". Facile, no? Così la scuola si autoassolve e si giustifica per i migliaia di bocciati.<br />Il ritratto emerso spiega il disagio e il malessere dei ragazzi, afflitti da malattie psicosomatiche e no, che escono dalla scuola"alfabetizzati" ma non lettori (anzi, il libro diventa, come per Pennac, un oggetto contundente), non scrittori, non autonomi, spesso incapaci di decidere e comunicare.<br />Se si fermasse qui, l'autore non farebbe altro che avallare e rafforzare quella diffusa percezione negativa, avvalorata da rapporti OCSE e quant'altro.<br />Parodi indica però percorsi alternativi, anche se solo abbozzati: non il "lasciar fare", ma il "lasciar essere" (gli studenti messi in grado di sperimentarsi, osare, rischiare), secondo il famoso slogan di Maria Montessori "Aiutami a fare da solo".<br />Parole chiave; accoglienza, esplorazione, scoperta, movimento, gioco. Senza dimenticare che la diversità è un valore. E non è poco in tempi in cui si sollecita la scuola a denunciare gli irregolari, figli di coloro che non hanno permesso di soggiorno, che sono poi quelli che della scuola hanno più bisogno.<br />Eppure. Eppure non riesco a scrollarmi di dosso un senso di disagio: un simile disastro implica un ritratto impietoso degli insegnanti, perché in fondo sono loro che praticano un insegnamento apodittico, che controllano, giudicano, valutano, impartiscono compiti.<br />Inoltre la lettura di questo testo entra a far parte di una "Campagna di rieducazione pedagogica nella scuola" dal titolo "Primum non nocere". Ecco, ancora la scuola che nuoce. L'insegnante che nuoce. Dove l'ho già sentito?<br />Il rischio è di contribuire a quella retorica dello "sfascio" che mi pare non necessiti di altri sostenitori. Davvero la scuola produce guasti inenarrabili? Davvero distribuisce solo dosi massicce di demotivazione? Davvero è solo luogo di malessere e inadeguatezza?<br />Credo che il quadro di Parodi, appartenga alla patologia non allo stato fisiologico della scuola italiana, che è anche spazio del dialogo e dell'accoglienza, improntato spesso a quello che Giuseppe Lombardo Radice definiva "contagio positivo", lo scambio tra chi insegna e chi apprende, unico antidoto alla scuola della paura e delle sanzioni. Nonostante il taglio di ore, fondi, laboratori, compresenze.<br />Il vero fallimento è perdere ragazzi per strada, a qualunque nazionalità appartengano.<br />A quella di Flaiano "Tutto quello che non so l'ho imparato a scuola", preferisco una citazione di Victor Hugo: "Se chiudi una scuola, apri una prigione"<br /><br />(*)Maurizio Parodi, <span style="font-size:85%;">pontremolese di nascita (1956) e primi studi è dirigente scolastico assegnato all'Istituto Regionale di Ricerca Educativa della Liguria.<br /></span>(by Annacarla)</div>Annacarlahttp://www.blogger.com/profile/09413405810120708447noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-86091857126873252832009-09-05T12:48:00.004+02:002009-09-06T12:02:04.144+02:00Un'altra serranda abbassata<a href="http://www.flickr.com/photos/giothebike/3326297171/"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 269px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5377981939347440738" border="0" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SqJuFH9FRGI/AAAAAAAABMY/mPvkQMVplgo/s400/la+finestra+rossa.jpg" /></a><a href="http://www.flickr.com/photos/giothebike/3326297171/"><span style="font-size:78%;"><em>la finestra Rossa</em>, foto Giorgio Vianini<br /></span></a><div align="right"></div><br /><div align="right"><em>"...You came on your own<br />That's how you'll leave<br />With hope in your hands<br />And air to breathe<br /><br />You lose everything<br />By the end<br />Still my broken limbs<br />You find time to mend<br /><br />More and more people<br />I know are getting ill<br />Pull something good from<br />The ashes now be still..."</em><br /><span style="font-size:78%;">da: <em>An end as a start</em>,Editors 2007</span> </div><br /><div></div><div>Qualcuno ha scritto una o più volte.<br /><em>- e forse è servito a poco. O forse è servito a molto. Forse lo ha fatto per ripararsi dalla pioggia sotto un largo ombrello. O forse senza rendersi conto che così facendo si sarebbe bagnato ancora di più.<br /></em><br />Qualcuno ha scritto troppo e troppe volte.<br /><em>- Chi molto parla, spesso falla. Chi troppo parla, a pochi da consiglio.</em><br /><br />Qualcuno ha deciso di ignorarli.<br /><em>- perchè con Quelli Lì sono in guerra. Anche se gli avversari sarebbero Quelli Là. In molti non capiscono, ma loro adesso sono soddisfatti. Perchè la partecipazione spaventa. Meglio essere in pochi, i soliti di sempre, ad offrire la solita minestra riscaldata, prendere o lasciare.</em><br /><br />Qualcuno si è limitato a leggere.<br /><em>- Magari solo in prossimità delle elezioni comunali. Per vedere chi si candida e chi no. O magari con costanza, apprezzando in silenzio lo spazio di confronto e facendosi un'idea.</em><br /><br />Qualcuno non ne ha mai voluto sapere.<br />- <em>Perchè partecipare spaventa. E costa. Chi disse "Chi vive veramente non può non essere cittadino" non se la passò poi così bene. Meglio non esporsi. Dopo, magari, verrà il tempo, come disse sempre quello, in cui "alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente". Ma per il momento, Chi si fa i fatti suoi campa cent'anni, non è vero?</em><br /><br />Un'altra bottega ha tirato giù la serranda per non riaprirla più. Macchie di Ruggine ha chiuso. Peccato. Uno spazio comune in meno. Un altro. Osservando altre serrande che ogni mattina si alzano con sempre maggior fatica.<br />(by Ottavio) </div>Ottaviohttp://www.blogger.com/profile/07583425802130785755noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-89503317907664209162009-07-05T09:40:00.003+02:002009-07-05T20:18:54.278+02:00Stand by<a href="http://4.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SlBkul3P_YI/AAAAAAAABJg/7RdcF1q4x7s/s1600-h/patdesign2.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 275px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5354890708544126338" border="0" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SlBkul3P_YI/AAAAAAAABJg/7RdcF1q4x7s/s400/patdesign2.jpg" /></a><a href="http://www.flickr.com/photos/patdesign/3545969520/"><span style="font-size:78%;">foto patdesign da flickr</span></a><br /><div align="right"><em>Possa la strada salirti incontro<br />Possa il vento essere sempre alle tue spalle<br />Possa il sole splendere caldo sul tuo viso<br />la pioggia cadere morbida sui tuoi campi<br />e finché non ci rincontreremo<br />ti tenga Iddio nel palmo della mano</em><br /></div><div align="left"></div><br /><div align="left">Questo blog si ferma. La bottega del barbiere abbassa la saracinesca per una prolungata e oziosa vacanza a oltrepassar l'estate. Settembre inoltre porterà consiglio. Poiché tutto scorre e niente di umano è per sempre anche i blog non sono per sempre. Nuovi strumenti di comunicazione attirano attenzione e attimi di riflessione. Facebook cresce e i blog diradano. Secondo Technorati prosegue il proprio cammino solo il 5% dei blog attivi un anno fa. E noi siamo in cammino da quasi tre anni. E' ora dunque di riflettere sul futuro di queste pagine.</div><div align="left">See you later.</div>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-3663434817285410422009-06-27T10:48:00.011+02:002009-06-27T19:24:52.283+02:00Omaggio a Ingemar<div align="right"><span style="font-size:85%;"><a href="http://www.flickr.com/photos/25471504@N04/3646825922/in/set-72157619709231345/">foto dr haddock da flick</a>r</span><a href="http://2.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SkXotLXqeWI/AAAAAAAABJA/k0bChLU2FYY/s1600-h/ingemar2.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 194px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5351939595043502434" border="0" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SkXotLXqeWI/AAAAAAAABJA/k0bChLU2FYY/s400/ingemar2.jpg" /></a><em>"C’è una crepa in ogni cosa,</em><em> da lì entra la luce"</em><br /><img class="gl_size" border="0" alt="Dimensione carattere" src="http://www.blogger.com/img/blank.gif" /><span style="font-size:78%;">Leonard Cohen,</span><span style="font-size:78%;">Ring the bells</span> </div><p>Ventidue anni sono trascorsi da quella mattina del 26 giugno del 1997, in cui Ingemar Lindh moriva a Malta. Il suo Istituto Svedese di Arte Scenica era arrivato a Pontremoli nel 1984 e, tra piccole e grandi difficoltà, era rimasto per tredici anni. Luogo di ricerca, studio, formazione teatrale, fece di Pontremoli la meta di gruppi di giovani da tutta Europa. Era però una missione che non coincideva con i nostri pregiudizi e le nostre preferenze. Era una crepa nel nostro muro, e non vedevamo la luce che da lì entrava. Come tanti, tendiamo a credere che tutto il mondo sia il nostro film, dove noi siamo i divi e tutti gli altri sono semplici comparse mentre la vita è in realtà una straordinaria e sorprendente improvvisazione collettiva. Credo che in quegli anni Pontremoli, allontanando da sé Ingemar, abbia perso un treno annunciato. <em>Pontremopolis </em>era il titolo, evocativo, di uno degli ultimi spettacoli dell'Istituto d'Arte Scenica.<br /><em>"Nonostante che uno faccia qualcosa di diverso dagli altri, egli partecipa fatalmente a ciò che gli accade intorno e ne diventa parte. Attraverso i suoi atti concreti l’individuo è costantemente in rapporto con la società. Nel momento in cui prova a partecipare in generale, viene escluso":</em> questo raccontava Ingemar. Nell’attenzione al particolare, all’atto concreto, risiede il segreto dell’improvvisazione collettiva. Una lezione di teatro e di vita, mentre da più parti con sollecitudine interessata ci vorrebbero, oggi come ieri, spettatori ai margini o coprotagonisti cooptati e allineati, comunque esclusi.<br /></p>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-74960802310878241052009-06-20T20:10:00.003+02:002009-06-20T20:10:00.186+02:00L'antico presente<a href="http://1.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SjzjrxgzsSI/AAAAAAAABIg/9hKKn61Mduc/s1600-h/spada.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 203px; DISPLAY: block; HEIGHT: 320px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5349400798574129442" border="0" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SjzjrxgzsSI/AAAAAAAABIg/9hKKn61Mduc/s320/spada.jpg" /></a> <div></div><em>Re Carlo tornava dalla guerra<br />lo accoglie la sua terra<br />cingendolo d'allor<br /><br />al sol della calda primavera<br />lampeggia l'armatura<br />del sire vincitor<br /><br />il sangue del principe del Moro<br />arrossano il ciniero<br />d'identico color<br /><br />ma più che del corpo le ferite<br />da Carlo son sentite<br />le bramosie d'amor<br /><br />"se ansia di gloria e sete d'onore<br />spegne la guerra al vincitore<br />non ti concede un momento per fare all'amore<br /><br />chi poi impone alla sposa soave di castità<br />la cintura in me grave<br />in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"<br /><br />così si lamenta il Re cristiano<br />s'inchina intorno il grano<br />gli son corona i fior<br /><br />lo specchi di chiara fontanella<br />riflette fiero in sella<br />dei Mori il vincitor<br /><br />Quand'ecco nell'acqua si compone<br />mirabile visione<br />il simbolo d'amor<br /><br />nel folto di lunghe trecce bionde<br />il seno si confonde<br />ignudo in pieno sol<br /><br />"Mai non fu vista cosa più bella<br />mai io non colsi siffatta pulzella"<br />disse Re Carlo scendendo veloce di sella<br /><br />"De' cavaliere non v'accostate<br />già d'altri è gaudio quel che cercate<br />ad altra più facile fonte la sete calmate"<br /><br />Sorpreso da un dire sì deciso<br />sentendosi deriso<br />Re Carlo s'arrestò<br /><br />ma più dell'onor potè il digiuno<br />fremente l'elmo bruno<br />il sire si levò<br /><br />codesta era l'arma sua segreta<br />da Carlo spesso usata<br />in gran difficoltà<br /><br />alla donna apparve un gran nasone<br />e un volto da caprone<br />ma era sua maestà<br /><br />"Se voi non foste il mio sovrano"<br />Carlo si sfila il pesante spadone<br />"non celerei il disio di fuggirvi lontano,<br /><br />ma poiché siete il mio signore"<br />Carlo si toglie l'intero gabbione<br />"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"<br /><br />Cavaliere egli era assai valente<br />ed anche in quel frangente<br />d'onor si ricoprì<br /><br />e giunto alla fin della tenzone<br />incerto sull'arcione<br />tentò di risalir<br /><br />veloce lo arpiona la pulzella<br />repente la parcella<br />presenta al suo signor<br /><br />"Beh proprio perché voi siete il sire<br />fan cinquemila lire<br />è un prezzo di favor"<br /><br />"E' mai possibile o porco di un cane<br />che le avventure in codesto reame<br />debban risolversi tutte con grandi puttane,<br /><br />anche sul prezzo c'è poi da ridire<br />ben mi ricordo che pria di partire<br />v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"<br /><br />Ciò detto agì da gran cialtrone<br />con balzo da leone<br />in sella si lanciò<br /><br />frustando il cavallo come un ciuco<br />fra i glicini e il sambuco<br />il Re si dileguò<br /><br />Re Carlo tornava dalla guerra<br />lo accoglie la sua terra<br />cingendolo d'allor<br /><br />al sol della calda primavera<br />lampeggia l'armatura<br />del sire vincitor</em><br /><em></em><br /><div align="right"><span style="font-size:78%;">Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers</span></div><div align="right"><span style="font-size:78%;">di Fabrizio De André e Paolo Villaggio, 1967</span></div><br />Nessuna novità sul giornale di oggi. Notizie copiate da storie già vissute e canzoni già cantate. E' l'antico presente.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-908368109684043672009-06-13T17:33:00.004+02:002009-06-13T17:33:00.373+02:00Good Morning, Villafranca<div align="right"><a href="http://www.flickr.com/photos/pablocanateam/3496619446/"><span style="font-size:78%;">Villafranca, foto pablocanateam</span><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 300px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5346743223370715250" border="0" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_NWIAh2B-LhQ/SjNyoiY9EHI/AAAAAAAABHQ/QgEwN8hZqbQ/s400/alba.jpg" /></a><em></em></div><div align="right"><em></em></div><div align="right"></div><div align="right"><em>"Fare errori è naturale,</em></div><div align="right"><em>andarsene senza averli compresi</em></div><div align="right"><em>vanifica il senso di una vita"</em> </div><div align="right"><span style="font-size:78%;">Virna Lisi in </span><em><span style="font-size:78%;">Và dove ti porta il cuore<br /></span></em></div><p>Era arrivata l'alba di un giorno nuovo e lui non capiva perché. Per tempo aveva presidiato i titoli dei giornali. Aveva portato un'overdose di promesse - terme, golf, casello autostradale - ed aveva pure un progetto per la Sacra Sindone. Sapeva come posare le prime pietre anzitempo. Con cattiveria sovradosata aveva attaccato gli avversari. Aveva adattato le pieghe del viso allo stampo di Bettino, gli era venuto naturale da subito e fino ad allora l'immagine aveva funzionato. Davvero non capiva perché ora a Villafranca dovesse iniziare un giorno nuovo. Nell'incertezza si avviò all'uscita.<br /></p>Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-35340727.post-56327206372667775112009-06-06T12:43:00.006+02:002009-09-24T18:46:44.942+02:00Music corner<img style="visibility:hidden;width:0px;height:0px;" border=0 width=0 height=0 src="http://counters.gigya.com/wildfire/IMP/CXNID=2000002.0NXC/bT*xJmx*PTEyNTM4MTA1ODE1MzEmcHQ9MTI1MzgxMDU5ODkyMSZwPTE4MDMxJmQ9Jmc9MSZvPTZiODNjN2MxZmYzNTRiYWRiMGZkMzllZjkwNTk4MTc5.gif" /><center><p style="visibility:visible;"><object type="application/x-shockwave-flash" data="http://assets.myflashfetish.com/swf/mp3/mixpod.swf" height="311" width="410" style="width:410px;height:311px"><param name="movie" value="http://assets.myflashfetish.com/swf/mp3/mixpod.swf" /><param name="quality" value="high" /><param name="scale" value="noscale" /><param name="salign" value="TL" /><param name="wmode" value="transparent"/><param name="flashvars" value="myid=30397230&path=2009/09/24&mycolor=222222&mycolor2=77ADD1&mycolor3=FFFFFF&autoplay=true&rand=1&f=4&vol=100&pat=0&grad=false&ow=410&oh=311"/></object><br><a href="http://www.mixpod.com/playlist/30397230"><img src="http://assets.myflashfetish.com/images/btn-get-tracks.gif" alt="Music" title="Get Music Tracks!" border="0"></a><a href="http://www.mixpod.com" target="_blank"><img src="http://assets.myflashfetish.com/images/btn-create.gif" alt="Playlist" title="Create Your Free Playlist!" border=0></a><a href="http://www.mixpod.com/ringtones/30397230"><img src="http://assets.myflashfetish.com/images/btn-get-ringtones.gif" alt="Ringtones" title="Get Ringtones From This Playlist!" border="0"></a><br />Create a <a href="http://mixpod.com">MySpace Music</a> <a href="http://mixpod.com">Playlist</a> at <a href="http://mixpod.com">MixPod.com</a></p></center><br />E' più una soundtrack che una playlist, un assemblaggio di ricordi ed emozioni alla rinfusa, un gioco di memoria. E'ancora una pausa musicale. Prima di andare al voto.Barbér Pompeohttp://www.blogger.com/profile/04470748799308478690noreply@blogger.com0