sabato 24 febbraio 2007

Sotto il cielo di Giulio


Per sfuggire all'attualità, che persevera nel riportarmi a quell' amara poesia di Brecht (Segavano i rami...) già segnalata, ho aderito iersera ad un consiglio di lettura raccolto in bottega.
Sono pertanto andato alla pagina http://valdantena.blogspot.com dove ho trovato il blog di Giulio, il professore.
"Alle sorgenti del Magra" ci propone una memoria che va oltre il puro ricordo di fatti ed episodi o la semplice riproposta di fotografie. A volte una foto può comunicare con immediatezza quanto una narrazione storica non riesce a fare.
Con uno sguardo incline alla leggerezza Giulio ci aiuta a ritrovare i segni delle nostre origini, i nostri luoghi primi. Ci dice che dobbiamo chiedere aiuto al passato, guardando al contesto, allargando lo sguardo sulle storie, fermandoci a leggere le immagini. Ci potrà servire pure per capire quel che abbiamo davanti oggi.
A me è parsa una buona e suggestiva lettura, di interesse storico ed umano.

4 commenti:

Carlo Parolini ha detto...

Caro Pompeo,
che piacere risentirti, dopo più di cento anni. Certo che ne abbiamo fatte di battaglie insieme!
Ho solo un rammarico: che la gloria sia stata in gran parte per te. A te è stato intitolato il ponte, a te l'eco della storia garibaldina e io quasi dimenticato. Eppure a Calatafimi quasi ti ho salvato la vita! Ah, ti ricordi poi quando siam tornati a Pontremoli da vincitori e ci siamo presi qualche soddisfazione... con quei clericalotti che ci avevano perseguitato prima della spedizione.
Ora, vedi, sarebbe il tempo di tornare e di tirare qualche schioppettata in giro e di mandare a casa un po' di politici come abbiamo fatto con i Borboni.
C'era un tale, mi pare si chiamasse Michelangelo Buonarroti, che era passato da Pontremoli e mi raccontava di aver conosciuto Toqueville. Prima che andasse in America. Ho nascosto in una cantina quegli appunti. Caspita che roba! Mi piacerebbe parlartene, ma sarà per un altra volta.
Un abbraccio,
Carlo

Carlo Parolini ha detto...

Caro Pompeo,
scusa, mi sono confuso. Sai sono passati tanti anni:
Ho riguardato gli appunti, che conservavo in una cassa di legno. Si chiamava Filippo, non Michelangelo, Filippo Buonaroti. Era passato a Pontremoli a raccontarci un sacco di cose.
Che tempi, amico mio!

Carlo

Barbér Pompeo ha detto...

Caro Carlo, ben ritrovato.
Come vedi io ho lasciato lo schioppo per la tastiera e non nutro più spiriti bellicosi.
Continuami pure a racconntare, ti leggerò con piacere.
Cordialmente
Pompeo

Carlo Parolini ha detto...

Caro Pompeo,
non ti riconosco più:
Come direbbe Alexis de Toqueville: "Oggi lo schioppo è la tastiera".
Ti saluto
carlo