sabato 28 luglio 2007

Il bagno al fiume

C’era una volta il fiume. Anzi, i fiumi. La Magra, il Verde, il Gordana. Elementi caratterizzanti di una comunità che si rispecchia nelle sue acque al punto da fare di esse il proprio stemma. Luoghi pulsanti di giovanile vitalità un tempo frequentati da “bande” diverse, secondo di una rigida e rispettata divisione etnico-rionale. Tra gli orti, i bacaduri e nel torrente, tanti figli di Pontremoli si sono sfidati in incaute sassaiole, hanno indispettito generazioni di lavandaie, hanno imparato il rispetto dei gradi; hanno scoperto la loro sessualità e forse scambiato lì, sotto la luna, i primi baci. D’estate c’era il bagno. Un passatempo povero ed essenziale ma educativo e connotato da una toponomastica particolare: la Dighetta, il Palo, la Frasca, la Mora, la Serra erano alcuni dei bozzi in cui si imparava a cooperare per rendere l’acqua più profonda e la spiaggia più accogliente. Vi si apprendevano le regole della convivenza, del rispetto altrui, della responsabilità. Al fiume non c’erano bagnini, né mamme, né educatori. Qualcuno a volte le prendeva o “beveva” e non intervenivano genitori con avvocati e neppure telecamere. Qualcuno si faceva male in tuffi troppo audaci o in salti azzardati e si curava alla buona. Meglio se a casa non se ne accorgevano. Non c’erano accappatoi, creme solari, docce, gelatai.
E oggi? Oggi il Verde è stato riempito di graniti, che hanno interrato per sempre la Dighetta ed il secolare accesso della gente ai suoi fiumi è stato ostruito per fare spazio a una giungla di rovi e di acacie. Una targa in via del Seminario ricorda orgogliosa il committente di tale vergogna: “Ministero LL.PP, 1988”. L’accesso al Magra, è impedito da un forestiero tignoso che nell’indifferenza dell’autorità mette cancelli a strade vicinali da sempre aperte al transito di quanti volessero godere del più prezioso dei beni comuni.
In pochi si sono scomposti per questo. Del resto, nella società opulenta, a cosa serve un torrente sassoso? Oggi c’è la piscina, accompagnati dalle mamme – spesso più desiderose dei propri figli di frequentare questi luoghi – e accuditi dai bagnini. 7-8 euro al giorno per essere inquadrati, uniformati e delimitati da schiere di animatori, istruttori e baristi. I bambini non tornano più a casa con le labbra cianotiche dopo ore nell’acqua. Le caviglie sono perfettamente pulite e le ginocchia non sono sbucciate. L’uomo nero e tutti gli altri Babau, frutto di una saggiamente somministrata paura per l’insicurezza, sono stati alla larga. La gara al costumino e all’accappatoio firmato - status symbol di chi desidera pensarsi e apparire più ricco - ha preso il posto delle cataste di bici e cinquantini scassati vicino alle more. La solitudine ovattata ha spazzato via la scuola di vita del fiume.
Per fortuna tra i giovani c’è ancora qualcuno che si ribella. Che dice che il fiume è ancora vivo e ne fa ancora luogo di incontri, culla di amori e amicizie, tempio della spensieratezza e della spontaneità. Giovani che vogliono ancora tuffarsi nelle acque fredde dell’Appennino piuttosto che in piscine clorate e che amano stendersi umidi sui sassi scaldati dal sole piuttosto che in una sdraio a pagamento. Questi giovani reclamano un fiume non recintato, aperto a tutti, come è sempre stato da secoli. Un bene comune che merita tutela, più di certe proprietà private, in gran parte incolte e inospitali quasi quanto i loro padroni. Non lasciamo soli i ragazzi. Il fiume è vita. Per tutti.
(by Ottavio)
(cliccare sul titolo del post per un tuffo virtuale nel Magra)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me avresti dovuto scrivere riferendoti al fiume, "il Magra" e non la Magra che deriva dal dialetto. Gli unici fiumi italiani al femminile, come insegnavano a scuola, sono la Dora Baltea e la Dora Riparia.
Interessante comunque lo scritto.
Mi potresti spiegare comunque la traduzione italiana di "Bacaduri" e da dove deriva? Grazie.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, ma a Pontremoli il fiume è femmina, è così da sempre.
Sull'origine di "bacaduri" (i sassi allineati che permettono l'attraversamento del fiume)dovrei consultare il dizionario dialettale di Mauro Rocati.
Ti saprò dire.
cordialmente
Pompeo