sabato 26 gennaio 2008
Uomini e topi
“Un topo, credendo che la nave stesse per fare naufragio, si tuffò in mare. Ma la nave non affondava. Il topo la inseguì a nuoto, protestando, e già pensava di fondare un partito nuovo, ma un pescecane lo inghiottì.”
E' una favola/apologo del grande Gianni Rodari (sì, ancora lui), che scriveva ai bambini perché gli adulti capissero. E', mi pare, più appropriata, evocativa e pertinente di una poesia di Neruda.
Scusaci Pablo, e che la terra ti sia lieve.
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2 commenti:
"Lentamente muore/chi diventa schiavo..."
Non so se l'ex Guardasigilli volesse citare di proposito Neruda o sia rimasto colpito da questi bellissimi versi a prescindere dall'autore.Che è in realtà un'autrice, la giornalista-poetessa-scrittrice brasiliana Martha Medeiros, il cui primo romanzo , "Lettino",
è stato da me consigliato a dicembre.
Anche il nostro blog è caduto nell'equivoco. Concordo però con Pompeo: la poesia di Rodari sarebbe stata molto più adatta all'occasione e ai personaggi
Suggerisco una diversa conclusione dell'apologo: cosa succederebbe infatti se il Presidente della Repubblica eccepisse la legittimità di un decreto presidenziale di scioglimento anticipato delle camere in pendenza di un referendum abrogativo della legge elettorale con la quale le nuove camere dovrebbero essere elette? Allora le elezioni potrebbero essere indette solo dopo la celebrazione del referendum e il topolino potrebbe chiedere di risalire sulla nave.
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