"...Your world is nothing more
than all the tiny things you've left behind
So tenderly your story is nothing more
than what you see
or what you've done
or will become standing strong do you belong
in your skin just wondering... "
Jamie Cullum
"Gran Torino end song"
than all the tiny things you've left behind
So tenderly your story is nothing more
than what you see
or what you've done
or will become standing strong do you belong
in your skin just wondering... "
Jamie Cullum
"Gran Torino end song"
Ai volontari del cinema Manzoni devo un altro grazie. Mi hanno fatto godere un bellissimo film di Pasqua. "Gran Torino", di Clint Eastwood, è uno di quei film che mi fanno venir voglia di tornare al cinema quando ne sono appena uscito. Storia di vita e di morte, di confronto tra culture diverse, di violenza e coraggio, di richiami a valori desueti e tanto altro. Ma è nel barber shop di Martin, un barbiere italo-americano - dove Clint conduce il giovane Thao, immigrato vietnamita, per avvicinarlo a modo suo all'american way of life - che si svolge una scena destinata a diventare memorabile. Dialoghi pennellati di autenticità e ironia, virilmente americani, intrisi di maschilismo disincantato e ilusorio. Il barber shop del film è dunque l'ultimo posto dove ancora si respira quella cultura americana vagamente western che pure è in estinzione come i bufali e i cow boys. Cultura popolare vissuta con orgoglio e ironia, fatta di miti, abitudini e mitologia ma anche di spudorato coraggio. Una scena che resta un omaggio alle botteghe dei barbieri, strane creature. A chi s'è perso il film consiglio di rincorrerlo nelle città vicine. Oppure cercare il clip su You Tube - seppur in lingua originale - ed anche la bella canzone finale di Jamie Cullum.
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