Infatti, si è già dato il caso di italiani che, essendo stati trattati, nel mezzodì della Francia, di «babi» (rospi) si siano taciuti e magari subito riconciliati con i loro offensori, mentre non si ha memoria di un solo italiano che, chiamato per dileggio «macaroni», non abbia immediatamente reagito con energia, talora con violenza.
Da queste considerazioni è pertanto lecito trarre una conclusione poco lieta, dovendosi prevedere che, anche quando si saranno abolite fra i popoli tutte le frontiere politiche, economiche, etniche e religiose, una frontiera resisterà pur sempre, tetragona a tutti i colpi: la frontiera gastronomica.
Non forse già si tentò di radere al suolo questa frontiera con l’istituzione di una cucina internazionale, che è poi quella detta cucina di «hotel»? Ebbene, non è difficile constatare, a chi abbia buon gusto, come la cucina d’«hotel» sia la più obbrobriosa di tutte, tenendo essa, nel campo gastronomico, lo stesso posto che il volapuk e l’esperanto — volgari cibrei di nobili favelle — tengono nella repubblica delle lingue.
Va pertanto reso sinceramente omaggio alla saviezza del popolo pontremolese, la cui abilità è consistita nel conciliare la fedeltà alle torte di «erbi», di riso, di cavoli, di patate, di farina di castagne, di porri, nonché ai tortelli verdi e di carne, alle frittelle, alla pattona e ai «testaroli», che sono i capisaldi della sua cucina, con le esigenze delle altre cucine, e ciò senza chiedere un trattamento equivalente, rinunciando insomma a ogni tentativo di politica espansionista o di prestigio in casa altrui e praticando invece, a favore dell’universo, la chiaroveggente politica della porta aperta.
Per i miei concittadini era chiaro come il sole che la cucina pontremolese non avesse a temer paragoni; e... quis solem dicere falsum audeat?”
da: Pontremoli una cittadina italiana fra l’80 e il 900, Marsilio Ed. 1988 pag32-33
scritto nel 1928 da Luigi Campolonghi, scrittore ed esule
scritto nel 1928 da Luigi Campolonghi, scrittore ed esule
1 commento:
Complimenti al nostro barbiere per il suo blog. In particolare mi è piaciuta la citazione dal libro di Campolonghi, un testo su Pontremoli tanto dimenticato quanto attuale: è da lì che occorre ripartire per capire i mali di oggi.
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