sabato 3 maggio 2008

Before the deluge

da Flickr: foto di Monja
Tradizionale festa del 1° Maggio sul Monte Galletto. Era il 2007. Un anno prima del diluvio.

Some of them were dreamers
And some of them were fools
Who were making plans and thinking of the future
With the energy of the innocent
They were gathering the tools
They would need to make their journey back to nature
While the sand slipped through the opening
And their hands reached for the golden ring
With their hearts they turned to each others heart for refuge
In the troubled years that came before the deluge

Some of them knew pleasure
And some of them knew pain
And for some of them it was only the moment that mattered
And on the brave and crazy wings of youth
They went flying around in the rain
And their feathers, once so fine, grew torn and tattered
And in the end they traded their tired wings
For the resignation that living brings
And exchanged loves bright and fragile glow
For the glitter and the rouge
And in the moment they were swept before the deluge

Now let the music keep our spirits high
And let the buildings keep our children dry
Let creation reveal its secrets by and by
By and by--
When the light thats lost within us reaches the sky

Some of them were angry
At the way the earth was abused
By the men who learned how to forge her beauty into power
And they struggled to protect her from them
Only to be confused
By the magnitude of her fury in the final hour
And when the sand was gone and the time arrived
In the naked dawn only a few survived
And in attempts to understand a thing so simple and so huge
Believed that they were meant to live after the deluge

Now let the music keep our spirits high
And let the buildings keep our children dry
Let creation reveal its secrets by and by
By and by--
When the light thats lost within us reaches the sky



Alcuni di loro erano sognatori, alcuni erano pazzi
che facevano progetti e pensavano al futuro
con l’energia dell’innocente, si stavano attrezzando
Volevano affrontare il viaggio di ritorno verso la natura
mentre la sabbia scivolava via attraverso l’apertura
e le loro mani afferravano l’anello d’oro,
cuore contro cuore, in cerca del rifugio
in quei dannati anni che giungevano prima del diluvio

Alcuni conoscevano il piacere, altri la sofferenza
per alcuni contava solo l’attimo
e sulle pazze, coraggiose ali della giovinezza
volavano lassù mentre pioveva
e le piume prima così belle divennero lacere e stracciate
Infine, barattarono quelle vecchie stanche ali
con la rassegnazione che la vita porta con sé
e scambiarono la luce d’amore e il suo fragile ardore con lucette e rossetto
E proprio allora furono spazzati via prima del diluvio

Ora lascia che la musica innalzi i nostri spiriti,
che le nostre case tengano all’asciutto i nostri figli,
che il creato riveli il suo segreto poco a poco
Poco a poco,
quando la luce che ci ha abbandonato raggiunge il cielo.

Alcuni erano arrabbiati per il modo in cui la terra era sfruttata
da quelli che hanno imparato a forgiare la loro bellezza col potere
e così lottarono per proteggerla da questi, solo per restare confusi
dalla forza della sua furia nell’ora finale
Quando la sabbia arrivò alla fine
nell’alba nuda, solo pochi furono i sopravvissuti
nel tentativo di capire una cosa tanto semplice e così grande
Credevano di esser nati per sopravvivere dopo il diluvio

Ora lascia che la musica innalzi i nostri spiriti
che le nostre case tengano all’asciutto i nostri figli
che il creato riveli il suo segreto poco a poco
Poco a poco,
quando la luce che ci ha abbandonato raggiunge il cielo
Before the deluge, Jackson Browne
da: Late for the Sky (1974 Asylum)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Pompeo,
anch'io ammiro quei sognatori, anche se avrei da obbiettar loro tante cose. Ma riconosco che oggi sia difficile alzare gli occhi al cielo o anche solo girarsi e guardare chi si ha alle spalle, cosa si ha alle spalle. Ma il diluvio è già sopra di noi...
Il vero sogno è ora sognare, lasciarsi cullare dal vento che accarezza Monte Galletto e volare per un pò e resistere il più possibile lassù, contro tutto e tutti. Ecco la vera Resistenza dell'oggi: sorridere, sognare e guardare anche solo quel panorama in bianco e nero e illudermi che sia anche un pò mio!

L'erede di S.S.

Anonimo ha detto...

Certe volte i diluvi portano danni irrimediabili come quello del New Orleans ed anche quello del '66 a Firenze che ha aperta la strada allo strapotere dei peggiori botteghai che continuano a portare alla rovina una delle più grande ricchezze del nostro paese.

Altre volte i diluvi servono per fare pulizia e per ridare al suolo e alla terra nuova linfa. Quello del 2008 non è successo in vano ma permetterà al nostro grande sogno la possibilità di rigenerarsi e a ridare alla nostra grande collettività quella linfa ed energia che sembrava ultimamente addormentata ed offuscata.

Pochi erano i sognatori su Monte Galletto quest'anno e pochissimi erano i portatori di solidarietà al "pugile" suonato. Ma quelli della bellissima foto sepia c'erano e ci saranno ancora per molti anni ancora perché il nostro sogno non si misura con i voti o dalle presenze in Parlamento.

Dal Monte Galleto la vista della nostra bellissima Pontremoli mette in mostra un vecchio diluvio che non è ancora reintrato negli argini, un diluvio che non ha portato alcuno di quei benefici che una maggioranza di pontremolesi sognava. I sognatori l'avevano previsto.

Quegli uomini e le donne del Monte dicono grazie (con grave ritardo) a Pompeo, all'erede di S.S. e dicono che i nostri sogni non muorirano mai nemmeno se venisse un diluvio universale.

Pontremoli, 3 giugno 2008