sabato 10 gennaio 2009

Avanzi di Natale


da:Il Secolo XIX 23 dic 08 "Caro Babbo Natale, vorrei chiederti, se possibile, una cosa particolare: Nel Ricovero per anziani (Madre Cabrini) di Pontremoli insieme a tanti altri si trova ricoverata Piera Perrone di 74 anni nativa di Levanto (Sp), una donnina minuta, cagionevole in salute che ha dedicato la sua vita prima alla mamma e alla zia e poi alla sorella maggiore malata e bisognosa di cure, poi stanca ha deciso di vivere in Ospizio dove non le mancano le cure ma le manca un poco di affetto e di considerazione, io insieme alla mia famiglia la chiamo spesso al telefono e vado in visita ma mai quanto sarebbe necessario. Se puoi durante i tuoi viaggi fermati a Pontremoli e portale un saluto, la farai molto felice e io te ne sarò tanto grata. Ti ringrazio se vorrai esaudire il mio desiderio e colgo l’occasione per augurarti un Felice Natale.Luigina"

Non è stata l’ipocrisia natalizia il mio primo pensiero su quella lettera a babbo natale. Ingenua forse, è comunque un richiamo che almeno per un attimo immobilizza le orecchie di cani randagi. Solo un attimo, certo. Capisco che la nostra visita natalizia agli anziani possa apparire un rito ipocrita e consolatorio quanto uno sconto ai saldi. Conosco anch’io il fastidio per l’irritante perbenismo di chi aspetta il Natale per sentirsi più buono. Capisco anche che il buonismo sia ormai un’etichetta ingombrante e fastidiosa. Vedo infine che il prossimo 24 gennaio Giulio Scarpati, al Teatro della Rosa, – “Troppo buono” – ci racconterà di un ribaltamento tragico in cui la bontà si trasforma in “marchio d’infamia”. Sarà una pertinente riflessione. Eppure. Eppure se un giorno dovessi scegliere, costretto, tra buonismo comunque esibito e cinismo indifferente, non avrei dubbi.

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