venerdì 8 dicembre 2006

Lettera al Signor Rossi su etica e candidati


Egregio Signor Rossi, ho apprezzato la sua lettera sull'Apuano scorso e la ringrazio per averla scritta. La richiesta di elezioni primarie per la scelta dei candidati a sindaco di questa città mi pare saggia e condivisibile nei modi e nelle motivazioni.
La necessità e l'impellenza della lettera sembrano tuttavia manifestarsi nelle ultime parole, pesanti e conclusive: "impedire la partecipazione a chi è soggetto a pendenze penali". Parole messe in fondo quasi a ridurne l'importanza, con ritrosia e timore come a ritrarre la penna o la tastiera. Sommessamente ha voluto aprire un confronto su una questione, di etica e morale, che non so se Pontremoli saprà, pur dovendo, accettare.
A volte mi chiedo anch'io cosa ami questa città. Se una città accetta un candidato imposto dall'alto, non ama la partecipazione né la democrazia. Se una città accetta e vota un candidato sotto giudizio, non ama la trasparenza e neppur la verità. Se i nostri concittadini trattano questi argomenti con sufficienza, come piccole preoccupazioni inopportune e senza importanza, non amano la libertà.
Sento ora persone piene di saggezza ammonirci: non attardatevi, guardate avanti. No. Non si guarda avanti se non si vede chiaro ieri, se non si sa da dove il marcio sia arrivato, se si assolvono uomini, mezzi e fini, se si lasciano cumuli di macerie lontane dalla discarica.
La democrazia non è un esercizio semplice, non sgorga in natura. Per anni è stato più facile appoggiarsi su un padrone e irridere a principi, diritti e codici esercitando la furbizia. Ma davvero questa può restare Pontremoli? E, cambiando padrone, restare comunque feudo e noi sudditi? Mi lasci pensare con lei che siamo qualcosa di meglio e meritiamo qualcosa di più.
Meritiamo una democrazia nitida e forte come un vino di Oppilo su un pasto buono, pulito, giusto e scelto da noi.
La ringrazio per non aver arretrato la mano su quelle ultime preziose parole.
Cordialmente.

2 commenti:

Antonio Tondani ha detto...

Buonasera Pompeo,
sono ormai tanti anni che sono partito per la nebbiosa Valle Padana e di passi ne ho fatti. Mi fa piacere che a Pontremoli ci sia ancora qualcuno che fa le sue riflessioni; forse dal suo negozio della piazza ha avuto un punto di vista privilegiato per capire le vicende di questi anni ma anche di un non recente passato. Pontremoli ha persone dalle enormi potenzialità, possibile che debba sempre rimanere progioniera di padroni dall'incerto passato e dal più incerto futuro? Possibile che le energie migliori si debbano sempre esprimere a nord della Cisa? Mi auguro che per una volta ci sia il coraggio di mettere il futuro nelle mani di persone che vogliono una Pontremoli degna del suo glorioso passato (remoto!). Le auguro di passare buone feste e mi raccomando... non lo chiuda quel negozio sulla piazza.

Barbér Pompeo ha detto...

Gentile emigrante, la ringrazio delle sue parole e degli auguri che ricambio.
Le domande che lei pone vanno un poco oltre le fragili e leggere analisi di questo blog, che è solo un viaggio, un'esplorazione a vista, una raccolta di voci di bottega e di immagini di questo cielo. E non tema, il negozio, come tutte le barberie, chiude solo il lunedì.