sabato 27 ottobre 2007

Soldati senza ventura

"And then, the harder they come
the harder they'll fall,
one and all
Ooh, the harder they come
the harder they'll fall,
one and all,
...down to the river of nonsense"
Jimmy Cliff (revisited)
Che avreste pensato se una domenica della recente estate, scendendo per un bagno nel Magra, vi foste trovati di fronte una pattuglia di uomini in anfibi e mimetica, armati - con riproduzioni fedeli di armi vere che sparano pallini di plastica, ma questo l'avreste scoperto dopo - schizzati fuori dalle siepi di vimini, per poi attraversare di corsa il fiume scambiato per una palude vietnamita? Immagini così potevano raggiungervi nell'area di Boceda a Mulazzo, questa primavera e poi in estate. Airsoft lo chiamano, con la vana presunzione di dargli dignità di disciplina sportiva. Tanto più evidente la goffaggine di tutte le loro battaglie simulate, tanto più penose le loro fantasie e illusioni. Dove non si ritrova né qualcosa da ridere e nemmeno qualcosa da piangere ma soltanto una prova ulteriore dello smarrimento di chi è in realtà vittima della guerra mentre se ne sente protagonista e attore. Ho rabbia a pensare che ho passato il mio tempo a difendere le ragioni della pace a beneficio di uomini che banalizzano la guerra evocandone un fascino barbaro ed esaltante.
Come è possibile ancorare all'aggressività, vera o simulata, la nostra percezione dei rapporti tra gli uomini? E' un gioco, si dice. Situazioni simili a quella dei bambini che nel gioco si lasciano inseguire dagli assalitori, provando l'angoscia di chi è braccato ma con la garanzia di potersi sottrarre alla presa interrompendo il gioco. Il gioco, dicono gli psicologi, è un'evasione, a tratti necessaria, dalla realtà, una temporanea sospensione della razionalità. Assistiamo forse al recupero di esperienze evolutive mancanti? Ma l'arma in spalla è un mediatore simbolico alquanto diverso dalla famosa coperta di Linus, segno, quella sì, di sviluppo affettivo. Sono i bambini autistici o psicotici che non riescono ad affezionarsi ad alcun oggetto e ne prediligono anzi di meccanici, duri, freddi come un'arma. Così, non faremo mancare loro una piccola fetta della nostra umana pietà, oltre ad una piccola fetta della nostra indignazione.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Piaccia o meno è un passatempo, un gioco, un hobby. Ed è anche un modo di stare all' aria aperta e fare del movimento. Qualcosa di male? Ovviamente no. Però qualche "ben pensante" ci scopre rigurgiti di fascismo...
Che fesserie. Piantiamola di rompere le scatole a chi non procura danni al prossimo....

Barbér Pompeo ha detto...

Egregio "mal pensante", non cerchi qui il colpevole delle vostre scatole rotte. Non c'è proprio nulla che giustifichi un nostro prendervi sul serio.
Cordialmente.

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda i bambini autustici non è così rigoroso il fatto che prediligano oggetti duri e freddi...è quello che dicono i docenti all'università (che quasi mai hanno visto bambini autistici!) e quidi è molto facile che sia l'opposto!Come tutti i bambini anche quelli autistici hanno le proprie preferenze che sono molto individuali.

Barbér Pompeo ha detto...

Gentile CRI, concordo sull'evitare generalizzazioni ma in questo contesto l'ipotesi era troppo suggestiva perché non fosse presa per valida.
Cordialmente