Gaston Bachelard
Quella sera già lo squillo del telefono sembrava poco rassicurante.
- Scusa, ti devo dare una brutta notizia.
- Sentiamo…
- Mauretto è mancato. Domani c’è il funerale. A San Colombano.
Sono passati 10 anni da quel giorno. Sembra ieri. Me ne sono accorto nella visita al cimitero il giorno dei Santi. Ho trovato la tua tomba con la foto e ho realizzato che è già passato così tanto tempo. Tanto tempo da quando tu, Mauretto, recuperasti, rilanciasti e dirigesti con entusiasmo e orgoglio la Biblioteca Comunale. Custodendo antichi libri di storia locale. Guidando e consigliando gli appassionati di storia locale tra faldoni ingialliti e microfilm. Mettendo a disposizione pionieristici “386” per le prime tesi di laurea battute al computer. Ospitando gruppi di giovani universitari in cerca di colleghi con cui condividere gioie e fatiche dello studio e che hanno trovato in te un incoraggiatore, un amico, un estimatore. Chiedendo loro in cambio solo una copia delle tesi, indifferentemente dal valore o dall’argomento.
Coerentemente con i tratti genetici della tua casata, non avevi un carattere facile. Avevi un rapporto conflittuale con la fede ma più di un prete ti era intimo. Amavi i semplici e detestavi – non facendo nulla per nasconderlo – i saccenti che di volta in volta capitavano nella tua biblioteca alla ricerca di un improbabile stemma nobiliare o di testimonianze di un passato glorioso per la loro famiglia.
Ma soprattutto non tolleravi chi dimostrava scarso amore per i libri, o vedeva nella cultura e nel sapere uno strumento di ostentazione snob o un mezzo per farsi spazio e ritagliarsi un potere in quelle cordate in forte ascesa nella Pontremoli a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Eri consapevole che avresti pagato di persona per questo. Con coerenza (merce rara già anni fa) non cambiasti mai le tue opinioni. E il conto ben presto ti fu presentato. I fondi per gli acquisti di libri stornati a favore dell’uovo di Pasqua. L’allontanamento della Biblioteca dai grandi progetti che la accostavano alle prestigiose raccolte librarie di Pisa e Firenze. L’esilio tuo, dei libri e dei tuoi amici nei fondi umidi e gelidi del Galli-Bonaventuri. I furti dei tomi antichi.
Mauro, tu e la tua creatura eravate un tutt’uno: non è un caso se l’aggravamento delle tua malattia andava di pari passo con l’umiliazione che subiva un servizio pubblico, oltretutto colpevole di non procurare voti e di non essere luogo fertile per operazioni di bassa clientela.
Il triste epilogo si consumò in un assolato giorno di novembre, pochi mesi prima di assistere all’umiliazione finale: la tua biblioteca reclusa in una ex-caserma, con i tomi non ancora trafugati a marcire negli scatoloni, gli infissi che cadono a pezzi, la dirigente che non sa manco dov’è l’entrata. La tua biblioteca priva di una lacrima di amore, di un poco di passione per la storia, la cultura.
Mauro, chissà se ogni tanto butti un occhio sui tavoli vuoti, sugli studenti che non ci sono più, sugli archivi parrocchiali microfilmati che chissà dove sono finiti. Non te ne avere a male. Lo sapevi che sarebbe finita così. Consolati: a noi, ai tuoi amici di sempre, ci manchi tanto.
(by Ottavio)
12 commenti:
Ciao Pompeo,
durante la visita al cimitero per la ricorrenza dei morti sono passato anche io davanti alla tomba di Mauretto e cosi come di fronte alla tomba di altri conoscenti ed amici e tanti ricordi sono riaffiorati. Io non ho fatto parte del gruppo degli studenti se non in modo laterale e ricordo qualche pomeriggio organizzato al fiume con Mauretto che brillava con persone di una generazione (o più) diversa con i suoi modi scanzonati. Ho il ricordo del bibliotecario che negli anni ottanta, a fronte di un ragazzo delle scuole medie che doveva fare una ricerca su un argomento recente, si lamentava che l'enciclopedia risalisse al 1931 (ebbene si al 1931).
Su un punto concordo con te: dopo di lui il nulla in tutti sensi. La biblioteca sfrattata, gli scatoloni, l'umidità, i furti, l'emeroteca annullata. Tutto questo sotto la supervisione di chi nella terza domenica di luglio saliva sul palco per celebrare la Pontremoli città della Cultura ma anche nella nostra indifferenza o timore del potente di turno.
Grazie per l'ospitalità.
Antonio
Ciao Antonio,
io devo a Mauro la mia sciagurata passione per i libri. Qualunque libro è uno stimolo, un incontro, giova alla vita. Lui lo sapeva e lo sapeva far capire. Non credo che siamo in pochi ad essergli debitori di questo.
Caro Pompeo,ti ringrazio per il tuo post che mi ha fatto ricordare Mauretto,che ho poco conosciuto ma molto apprezzato per la sua non banale personalità,in particolare in un pomeriggio di mezza estate nel piccolo bar di via malaspina,lui,nonostante la sua malattia,di fronte alla mia insistenza,mi fece compagnia e mi piace pensare che a lui fosse gradita la mia ,grazie Mauretto.
Caro Mattia, giro il tuo ringraziamento a Ottavio, autore del post.
Cari Antonio e Mattia,
mi fa piacere che il ricordo di Mauretto sia ancora vivo tra tante persone. In questi giorni di ricordi questo mi scalda ancor di più il cuore.
voglio molto bene al Princilale, era il soprannome che davo a Mauretto quando frequentavo la Biblioteca, penso che il suo servizio sia stato geniale, e anch'io quando vado al cimitero passo a salutarlo e a dire una preghiera per lui. Credo che la mia tesi sia stata la prima fatta interamenre con il PC della biblioteca. Di quel periodo ho uno splendido ricordo e non ho vissuto la malattia ne sua ne della bibiloteca, perchè la vita mi ha portato altrove.
Però tutto ciò che è bello è eterno.
Antonio
Grazie per aver ricordato un caro amico nelle tue pagine
Ciao a tutti,
sono Sara la figlia di Mauro...
solo oggi ho saputo di questo blogg e ho letto i Vostri ricordi, i pensieri a lui dedicati con grande piacere...
Per chi come me ha conosciuto Mauretto in versione "privata" è bello sapere che in tanti ne hanno saputo apprezzare la dimensione umana, oltre che la passione, la dedizione che ha sempre riversato nel suo lavoro...
Tutto ciò addolcisce il rammarico per la sua triste scomparsa, sebbene quella biblioteca vuota, spenta e chiusa in una dimensione poco più che paesana faccia tristezza...
Spero che sia veramente il tempo della ricostruzione ora...! così come ha voluto auspicare il caro Paolo Bissoli nel ricordo che ne ha fatto in occasione dell'anniversario del 10 novembre al teatro della rosa...
Tutti noi, tutti quelli che gli hanno voluto bene...( e vedo sono tanti)...magari potremo fare qualcosa...
Grazie a tutti...!
Cara Sara,
benvenuta nella nostra bottega. Sono contento che questo ricordo di tuo padre abbia scaldato anche il cuore dei suoi famigliari.
Sarebbe bello fare qualcosa, come tu proponi. Ma cosa? Personalmente penso che il più grande regalo che potremmo fare al nostro Mauro sia rendere la biblioteca di nuovo
realmente fruibile per chi come noi ama immergersi nelle ricerche di storia locale. O per quei ragazzi che in biblioteca cercano di rendere i loro studi un elemento di socializzazione e crescita.
Ma da dove cominciare? Forse è il caso che ce lo dicano quelli che da qualche mese hanno ripreso il compito di tracciare la rotta che Pontremoli deve seguire?
Perdonatemi,sono ignorante del problema biblioteca anche se sono pontremolese residente,forse perchè sono lontani i giorni in cui studiavo,ma volevo dire che se veramente esiste un problema "biblioteca" dovremmo con forza pretendere che sia trovata una soluzione.Mi pare che nonostante tutto a Pontremoli vi siano persone,associazioni e politici che hanno voglia di fare qualcosa di positivo.Bisognerebbe incanalare questa positività verso questo indirizzo che forse tanti come me non conoscono cosi' disastrato.Certo che la città del libro meriterebbe più sensibilità verso il tema della cultura in forma letteraria;voglio citare un'iniziativa per me lodevole che si svolge nel centro storico che si chiama "la libreria degli onesti"che mi risulta avere avuto un discreto successo ed un grande apprezzamento da parte di turisti entusiasti.Questa può essere una "primavera pontremolese"?
Tutto vero. I meriti di Mauretto, le responsabilità politiche e così via. Ma lasciatemi gettare un sasso in questo nostalgico stagno. Ma noi, i pontremolesi, (studenti, insegnanti, amanti della cultura e semplici cittadini, cioè i veri proprietari della biblioteca) dove diavolo siamo stati in questi 10 anni? Abbiamo proseguito la sua opera, o abbiamo preferito restare ad ammirarla come un eroico oggetto del passato? Ci siamo battuti veramente per la biblioteca o ci siamo solo lamentati della sua decadenza? Queste domande, che valgono per molte altre situazioni, me le faccio io per primo. La verità e che a volte ci vengono donati uomini straordinari, che hanno passione e dedizione disinteressate e che per questo, pur osteggiati, danno buoni frutti; ma che spesso l'eredità di questi uomini non viene raccolta, e di ciò siamo tutti in qualche misura responsabili.
Salve a tutti, anche a me, leggendo i botta e risposta da tutti voi riportati, piace in primis ricordare il caro Mauro Bertocchi e quindi riferire una mia considerazione del tutto onesta e lapidaria sulla situazione mediocre e di basso profilo, culturlamente parlando, che è in seno alla Città del Libro.
Innanziutto mi piace ricordare Mauro, la prima se non la seconda persona che conobbi in Pontremoli.. venendo da fuori e non conoscendo nessuno, nelle calde giornate estive mi rifugiavo in piazza dodi per preparare i miei esami universitari.. ricordo con piacere le chiacchere con Mauro, ogni tanto il caffè al bar impero "per la merenda delle 16.30", lui ai microfilm, noi ragazzi a studiare in un ambiente che a dir la verità aveva tutto tranne che le fattezze di una biblioteca (mi ricordo un ambiente fresco-freddo e nel naso sento ancora l'odore tipico dei "fondi", di umidità..)... insomma mi piace ricordarlo e partecipare con tutti voi alla sua memoria.
Per quanto riguarda invece l'argomento "biblioteca" credo che essa stessa rappresenti solo la punta dell'iceberg sdi una situazione che a Pontremoli è del tutto scandalosa... In questo mi sento molto critico e abbastanza severo se non senza mezze misure nel giudicare questa situazione. In itala, in molti comuni, esistono associazioni culturali di un cosi ampio raggio e di una varietà di temi/tematiche, che non si immagina neanche.. non dovrebbero essere consolazioni o mosche bianche le associazioni/gruppi culutrali in Pontremoli.. sono cose del tutto ovvie! ma Pontremoli ha un'aggravante pesante: rappresenta la città del Libro, un'epiteto che bisogna guadagnarsi non solo sulla carta ma anche e soprattutto nei fatti; e soprattutto dovrebbe fare, fare e poi fare per mantenere questo suo ruolo "culturale" a livello nazionale.
Da non reisdente in Pontremoli, ma da buon osservatore che la frequenta, credo che ci sia ben poca consapevolezza sulle opportunità nell'avere un ruolo ed un titolo per la propria città, titolo blasonato ma soprattutto riconosciuto! quanti i comuni,le amministrazioni che farebbero carte false pur di dare notorietà al proprio territorio!!
Rimprovero quindi non i cittadini in senso stretto, ma quei cittadini che hanno amministrato negli anni la propria città natia; amministrazioni che dovrebbero avere, proprio per l'appellativo di Pontrmeoli, in cima alla lista dei propri programmi e doveri, la sponsorizzazione, l'investimento e il mantenimento/miglioramento del rapporto della città con la cultura. I vostri governanti locali, a più riprese, avrebbero dovuto creare/sponsorizzare la formazione di team d'elite anche legati ai mondi universitari, creare delle palestre o succursali d'eccellenza, il tutto possibile grazie al nome che la città porta. Quindi, va da se, la ricerca di gente competente, professionista in materia... insomma Pontremoli come la "sede distaccata del.." fate voi insomma... credo di essere stato chiaro. Gettate questa basi, conservare il patrimonio locale sarebbe cosa facile, allettante, coinvolgente... e cosi anche la biblioteca diverrebbe un "posto" accogliente, interessante e stimolante per tutti... ma rappresenta come dicevo prima, solo la punta dell'iceberg; perchè è chiaro che un "ufficio" quale la biblioteca comunale o associazioni culturali non si possono avvalere solo di iniziative/passioni/stimoli individuali, come quelli del povero Mauro... gente come lui sarebbe "il valore aggiunto"... ma non devono rappresentare le "mosche bianche"; A Pontremoli questa dovrebbe essere la regola e non l'eccezzione. Questo secondo me il grande rammarico... avere una Ferrari e accontentarsi di guidare una fiat 127 magarti con 250.000km!!! qualcuno potrà dire: magari ci si accontanta cosi!.. sbagliato!! la città ha in primis un ruolo e una responsabilità condivisa e condivisibile, ripeto, a livello nazionale, e quindi a livello locale per se stessa e per i suoi cittadini, in una terra che, fra l'altro, grosse opportunità non può offrire.
Posta un commento