sabato 15 marzo 2008
L'America a Pontremoli
Ho ricevuto,come altri, questa mail:
Da:Decondat Production A:pompeo.spagnoli@libero.it
Oggetto: Vince Martinez - TEATRO DI BAGNONE
In seguito al grande successo di Bagnone per il concerto del compositore americano Martin Kennedy, Sélène&Maureen de Condat,ringraziano particolarmente il sindaco della città di Bagnone Arch. Gianfranco Lazzeroni,per avere accolto una parte del calendario prodotto per il Teatro della Rosa,intitolato l'America a Pontremoli. L'High society americana lo apprezza da sempre; in molte ville hollywoodiane è di casa. Lo adorano i VIP internazionali e l'aristocrazia europea: è stato scelto dal Principe Michel de Bourbon Parme per il galà organizzato in onore di questi dal prestigioso Cercle de l'Union Interalliée di Parigi. Dopo il successo della sua tournée in Sicilia del 2005, la potente voce del crooner texano Vince Martinez incanterà di nuovo l'Italia tra pochi giorni; l'artista si produrrà prossimamente, con un'unica tappa italiana al teatro Quartieri di Bagnone.
In compagnia del suo pianista Timothy Paul Allen,Vince Martinez eseguirà brani tratti dal suo CD Shaker not Stirred, un doppio album che percorre i grandi classici americani: Besame mucho, Myway, NewYork, NewYork, Quizas,Quizas,Quizas, That's Life... Prodotto in esclusiva europea dalla DECONDAT-PRODUCTION, il crooner americano si esibirà il 19 marzo prossimo nel Teatro di Bagnone. Lo spettacolo è una produzione Decondat Production in collaborazione con l'Istituto comprensivo Baracchini e patrocinato dalla regione Toscana.
Ho letto quelle parole senza credere ai miei occhi. Così, le ho pure rilette. E’ dunque questa “L’America a Pontremoli” che ci veniva proposta? Crooner aristocratici, frequentatori dell’high society americana, “adorati dai VIP internazionali” e dal principe “de Bourbon”? Una proposta che rivela o tradisce i peggiori pregiudizi circa la nostra sudditanza culturale. Alcuni sembrano davvero credere quello che spesso a noi piace fingere. E’ quando sembriamo accettare solo quel mondo che abbiamo già visto in televisione o sulle riviste di gossip, nell’illusione di assaggiare almeno una scheggia di glassa spalmata su una dolce vita da invidiare. Ci mettiamo del nostro se ci trattano come quel genere di spettatori e spettatrici che un giorno, seduti nelle prime poltrone a un concerto dei Beatles, John Lennon - spero stavolta di ricordare bene - così apostrofò: “mentre i ragazzi delle ultime file possono continuare ad applaudire, le signore qui davanti possono limitarsi a far tintinnare i loro gioielli”.
No, grazie. E’ un’altra l’America che amo. E’ quella di Pete Seeger e di Springsteen, di Warren Zevon e di Ben Harper, di Tom Waits e tanti altri. Un’America desueta o forse sconosciuta alle aristocratiche mittenti della mail. Perdonino il pregiudizio, questa volta mio.
C’è anche un’altra America che apprezzo perché mi sorprende, perché sa leggere/leggersi dentro, perché sa trovare le parole. E’ l’America di Harry G.Frankfurt, filosofo di Princeton che ha scritto un piccolo saggio dal titolo suggestivo “On Bullshit". Rizzoli l’ha tradotto, Eco l’ha commentato, costa sei euro e si legge in un’ora. Consigliato.
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21 commenti:
Bravissimo... ci mancava solo che a Pontremoli venissero ad offrirci l'america..opuure la continuazione e la riptresa dei FERRI VECCHI...
è proprio vero che il pregiudizio, come ammette il barbiere, viaggia in entrambe le direzioni. dall'alto in basso e dal basso in alto, e per me non è mai positivo. che i gusti siano gusti è più che lecito, ma che i gusti diventino metro di discernimento per tutti gli altri, non mi sembra corretto. a prescindere dai vip e dalle ville hollywoodiane che possono risultare un pacchiano biglietto da visita, credo sia giusto che chiunque possa esprimere la propria arte e il proprio talento, in un teatro o in una città: che si esibisca in new york new york o che canti springsteen, non è a priori che qualcuno, per tutti, deve decidere se questo può andare in scena o meno a Pontremoli. Sarà poi il pubblico a scegliere, apprezzare o criticare. Io non sarei andato ad ascoltare il concerto in questione, ma magari molti altri miei concittadini, con gusti differenti, sì. E non capisco, quindi, perchè si debba trasalire e non credere ai propri occhi di fronte ad un invito legato ad una manifestazione culturale. Anche perchè questo stesso blog nel recente passato si è fatto portavoce -giustamente e meritevolmente- di altre e diverse proposte musicali...
a meno che non se ne debba fare, vista la'llusione subito colta dall'anonimo ai ferri vecchi, ancora una volta e disgraziatamente, una questione politica. così che prima il teatro era sempre vuoto per non favorire la "regione rossa", mentre oggi anche le iniziative patrocinate dalla stessa regione rossa, che però risultano in qualche modo legate al recente passato, come il concerto in questione, vengono guardate con sospetto. Col risultato che, nel primo e nel secondo caso,il circuito culturale si sposta nella vicina Bagnone, dalla quale forse quelli di prima e quelli di adesso avrebbero qualcosa da imparare.
ci sarà un giorno, caro barbiere, nel quale il reduce garibaldino e la vecchia signora impellicciata dai polsi tintinnanti potranno sedersi assieme ad applaudire, fianco a fianco, un artista di valore (qualunque sia la sua bandiera, il suo status sociale, la sua provenienza culturale?). Oppure bisognerà stare ancora molti e molti anni sulle barricate, sulle due sponde del fossato che continuiamo a scavare, a difendere le proprie bandiere e i propri pregiudizi?
Il pregiudizio è un’opinione senza giudizio (Voltaire)
Sélène & Maureen de Condat
Gentile lettore, provo a puntualizzare.
- Sui pregiudizi:è vero, è importante avere consapevolezza dei propri, prima di riflettere su quelli degli altri.
- "Sui gusti non si discute" è un vecchio adagio, ma non è scontato. In realtà i nostri gusti non sono così liberi. Ancora non sappiamo quanto siano espressione della nostra libera sensibilità e quanto invece siano determinati o condizionati dal mercato e dall’offerta musicale. Dunque se ne può discutere.
- Sulla presentazione del concerto: "pacchiana", tu dici. A me è parsa invece lievemente offensiva della nostra dignità di appassionati di musica. La prima reazione è stata “ma per chi ci prendono?”, la seconda è stata “forse il professor Frankfurt può aiutarci a capire”.
- Sulla questione musica e politica: non ne farei un dramma, musica e politica spesso si sono prese per mano. Così, quando il concerto di Martin Kennedy è stato proposto come una manifestazione politica, “8 marzo ore 18, tutti a piazza Repubblica, spazio di libertà e democrazia”, ho tolto la locandina dal layout del blog, non perché scandalizzato dalla mescolanza di musica e politica bensì per il desiderio di meglio comprendere le ragioni della vertenza prima di parteggiare.
- Infine sull’auspicio di vedermi al fianco della “vecchia signora impellicciata dai polsi tintinnanti”, ti prego di avvertirla di non aspettarmi, farò tardi. Ci vuole tempo, a meno che non vogliamo illuderci che per appianare le differenze basti fingere che non esistano.
Cordialmente
Sono la signora con pelliccia e gioielli ,accanto alla quale lei non si sederebbe mai, amo seguire nelle mie lunghe serate da casalinga solitaria, il programma nazionale popolare del sabato sera Ballando con le stelle,dove Catherine Spaak balla il tango…dunque pensi che emozione vederla dal vivo a Pontremoli.
Se ricordo bene John Lennon era stato nominato baronetto dunque aristocratico,Bruce Springsteen,purtroppo per noi non conosce l’esistenza del nostro bel teatro ,quanto a SEEGER e un crooner comunista come Vince Martinez e un crooner apartitico.
Mio nipote le consiglia per le sue lunghe notti insonni durante le quali lei pensa a cosa scrivere sul suo Blog SOTTO IL CIELO DI PONTREMOLI,di leggere il premio Nobel della letteratura GAO XINGJIAN che è stato mandato dal compagno MAO ZEDONG in un campo di rieducazione culturale,per avere osato pensare in un modo diverso dal regime comunista.
Giuseppa
1) John Lennon aristocratico? Nel 1969, John Lennon rinunciò alla nomina di baronetto per la condotta della Gran Bretagna nei confronti del Vietnam e del Biafra.
2) "Crooner comunista" mi sembra lievemente riduttivo per uno che ha scritto "Turn!Turn!Turn!", "We Shall Overcome" e "If I had a hammer", sebbene non può vantare una presenza a Ballando sotto le stelle.
3) Giacché la minaccia comunista sembra incombere sulla nostra città e il Barber potrebbe decidere di aprire un campo di rieducazione culturale, porterò immediatamente le mie pellicce e gioielli in Liechtenstein!
“Il trono è un pezzo di legno coperto di velluto”
(Napoleone Bonaparte)
Franco
Tornato a Pontremoli dopo la mia esperienza nel nebbioso Nord, mi sono accorto, nonostante lo scarso spessore culturale di un ragazzo di paese quale sono, che l'ambiente culturale di Pontremoli è assai singolare.
Altrove, da Bagnone in su, gli eventi culturali si programmano sulla base di una qualche linea di indirizzo, sulla base delle risorse disponibili e di un messaggio che si vuole trasmettere. Gli organizzatori a volte sono importanti, e portano nomi di richiamo, a volte sono magari semplici volontari e appassionati, che si fanno in quattro per proporti un nome poco conosciuto. Ma sono tutti persone serie.
Qui no. Qui uno che fa tutt'altro mestiere si sveglia al mattino e decide di portarti i Pooh, a 53 mila lire al biglietto (primi anni '90). Arriva un altro e mette sul tavolo un cantante di fama mondiale, lo ricopre di premi, di condoni, di prebende, di residenze e questo ti ripaga... con un trenino.
Poi sbuca fuori un terzo e ti porta l'ugola d'oro del cantante di Lajatico. L'importante è apparire accanto a lui per una foto, poco importa che Ugola d'oro il 20 dicembre alle 18, con due gradi si e no, si rifiuti di cantare in piazza, o che il suo pianista abbia i polpastrelli congelati: questa è cultura.
Questa produzione assomiglia a tutte le altre, cari miei. Gente che dal nulla arriva, nel nulla ritorna. Gente che ti sbatte sul piatto un nome di richiamo, ti dice "guarda un pò cosa vi porto, cari contadinotti: gente che frequenta il principe de Bourbon e l'high society", ma di cui non sappiamo nulla: dove hanno lavorato in precedenza, quali credenziali hanno, che cosa offrono per una programmazione stabile.
Da ragazzo di paese ho l'impressione che sia l'ennesimo caso di mordi e fuggi che ha coinvolto la cultura (e non solo) pontremolese negli ultimi 18 anni... l'ennesimo caso in cui non si riesce a vederci dentro con la chiarezza di cui ci sarebbe bisogno.
Se così è, per quanto mi riguarda, di queste proposte posso farne a meno. Mi accontenterò di ascoltare il mandolino di Ubaldo in un giardino dei Solchetti, o la declamazione delle poesie di Michelotti un pomeriggio al Manzoni. Suoni e parole semplici ma limpidi.
NON SONO L'UNICO AD AVER RIMUGINATO E MAL DIGERITO LA TELENOVELA TEATRO DELLA ROSA GESTITA DAL GRUPPO REON/DE CONDAT.
A PROPOSITO LE SIGNORE "Sélène & Maureen de Condat" ce l'hanno il permesso di soggiorno?
Sono un poco perplesso. Leggo i commenti e scopro di vivere in un posto pieno di fermento culturale, di capacità di discernimento, in una fucina di belle e coinvolgenti idee che un attimo dopo si trasformano in splendide occasioni di crescita personale.
Guardà un pò, in tanti anni che giro quì intorno non me ne ero mai accorto!
Volate bassi cocorìti! (non è la mia ma della Litty..)
Provate a leggere, un consiglio lo posso dare?
Provate a leggervi, dicevo,"il libro dell'ES" - George Groddeck - (psicosomatica dell'evoluzione), magari quando parla delle puzzette fatte a letto potreste trovare un senso anche alle vostre parole.
L’anonimato permette alcune cose:
1) Prendere in prestito la maschera del vecchio saggio
2) Dare giudizi e consigli, senza dover subire le risate sarcastiche del malcapitato lettore
3) Fare le puzzette a letto
Franco
Caro “un lettore” del secondo commento, non so se è da molto che conosci Pontremoli perciò vorrei puntualizzarti questo:
prima il teatro non era sempre vuoto!
Prima c’è stata per tanti anni una scuola di Teatro di altissimo livello, gestita da artisti straordinari e frequentata da giovani provenienti da ogni parte del mondo che per anni ha portato nella piccola città un’atmosfera internazionale. Gli artisti e gli studenti che la frequentavano affittavano le nostre case, facevano la spesa nei nostri negozi e non hanno mai causato nessun problema di ordine pubblico; certo vestivano e parlavano in un modo diverso dal nostro e le novità a Pontremoli non vanno mai molto bene…
Sono iniziati i lavori di ristrutturazione e nessuno della passata amministrazione si è preoccupato di trovare un posto che permettesse a questa gente di continuare a lavorare, e agli studenti di continuare a frequentare i corsi di teatro.
Come è accaduto al pastore francese nel film di Giorgio Diritti “Il vento fa il suo giro” (passato al Manzoni quest’inverno), gli Svedesi se ne sono dovuti andare: invidie, chiusure ed ipocrisie hanno avuto la meglio e gli intrusi, i diversi, sono stati scacciati.
Pontremoli si è così impoverita sotto tanti aspetti, ma il consenso elettorale, come dimostrano i fatti più recenti relativi alla gestione del teatro, bada piuttosto ad atre logiche…
ARTURO
Gentile Signora Giuseppa, perdoni il ritardo. Ero a leggere lo scrittore cinese Gao Xingjian ricordatomi da suo nipote.
Non ho detto che "mai" mi sarei seduto al suo fianco. Ho solo chiesto tempo. Vede, col tempo ho imparato a superare i pregiudizi su tante differenze - di razza, di religione, di genere, persino di ceto sociale in una certa misura e tante altre - ma le differenze di casta e di ceto nobiliare (o di sangue, se preferisce) davvero sono quelle più ostiche, incredibili e indigeribili.
Ma non dispero. Poiché ogni incontro è comunque un arricchimento. Come dice lo stesso Gao Xingjian "gli altri sono degli specchi che ci rimandano la nostra stessa immagine". Dunque il confronto serve in primo luogo a noi stessi e mescolare le culture arricchisce ognuno. Ancora Gao:(*) "Personalmente sono felice di vivere in questo mondo meticcio, di cui mi sembra di essere un esempio vivente, perché sono cinese e francese, orientale e occidentale." Sono lieto che la sua nobile famiglia apprezzi questo scrittore che plaude a un mondo meticcio. Così, cade un altro mio pregiudizio.
Cordialmente
(*)intervista a Repubblica 5 settembre 2001
Ho conosciuto personalmente e fortuitamente le signorine de Condat ed ho approfittato per capire le ragioni del dissidio. Le ho difese, perché penso che non si possa continuare a prendere desioni solo basandosi su dei giusti o sbaglaiti pregiudizi (1 anno fa abbiamo deciso di cambiare). Le ho ammonite, quando l'8 marzo si sono rese ridicole facendo sfumare le loro ragioni. Sono andato agli spettacoli di Bagnone, Martin Kennedy è un'artista del qual calibro ne abbiamo moltissimi anche in italia, Vince Martinez invece è l'assoluta mediocrità, quello che un popolo poco attento come noi si può meritare. Ho seguito i concerti perché solo ora posso giudicare in modo più critico. Purtroppo in questa società dove il parametro di giudizio è solo la TV, per pubblicizzare un perfetto sconosciuto si tenta di ricorrere a particolari espedienti della vita del personaggio, riempendo quelli che come me hanno fatto un voto alla musica di immensa tristezza. In ogni caso, visto che ci reputiamo un popolo democratico, non possiamo classificare in modo oggettivo cultura di serie A o cultura di serie B, quindi ognuno ha il diritto (se questo non grava sulle tasche di tutti) a esprimere le proprie forme d'arte, e le infrastrutture pubbliche devo essere concesse a tutti.
...e sbuccato il solito critico musicale di New York...ahahahahahahahahahaha
Daniele,
prima di tutto grazie d’essere venuto a Bagnone con la tua ragazza,per noi e stato un piacere conoscerti.
Ti riccordo che Martin Kennedy ha vinto il premio Awards come giovane compositore.
Sono felice di sapere da parte tua che l’Italia ha molti pianisti come Martin.
In aprile dovevano venire 4 Etoiles dell’Opera di Berlino prodotte dalla nostra società per il vostro TEATRO e tanti altri artisti….meno male per il vostro BLOG abbiamo tutto annullato.
Buona pasqua
Sélène de Condat
ignoro il commento di anonimo, in quanto nascondendosi dietro l'anonimato si può dire qualsiasi cosa, e il tuo commento non aggiunge nulla alla discussione.
Rispondo invece a Sélène, chiedentodi di non fraintendere il mio pensiero, non ho detto in assoluto che non mi sia piaciuto il concerto di Martin Kennedy (anzi è stato molto piacevole), inoltre per la giovane età ha talento da vendere, non sono comunque i premi che fanno grande una persona.
Nel corso della mia vita ho avuto la fortuna di organizzare concerti e soprattuto di assistere a concerti. Pianisti del calibro di Bollani, Allevi, Onorati, laciano veramente il segno, ed ogni volta stupiscono ed emozionano con la loro musica, soprattutto con le loro creazioni. Martin mi ha stupito solo quando ha suonato la sua composizione, ecco forse, ha solo sbagliato il programma, o forse non ha voluto scoprire subito tutte le sue carte.
Un monito ad anonimo lo vorrei fare, insieme a Franco stiamo cecando di organizzare (anzi ci stiamo riuscendo, grazie soprattutto all'energia esplosiva di Franco) una proiezione di un film muto (coem avrete letto su questo blog) con accompagnamento musicale composto interamente ex-novo da Nicola Orioli che lo interpreterà live, il 3 agosto insieme alla formazione Tamagodchi. Ecco, caro anonimo, prova a fare un salto, non si sa mai che inizi a capire cosa significa ascoltare della buona musica.
Caro Daniele, la battuta dell'anonimo, sul "solito critico musicale di New York", è una vecchia battuta, molto molto "americana"...
Pompeo
Sono partite....W CATERINA !
Ciao Daniele,mi sono fermata a riflettere sulle tue considerazioni riguardo alla questione "teatro" e mi sembra che ci sia stata un pò di confusione...
1) UNA COSA è dare un giudizio (PERSONALE e INSINDACABILE, ovviamente) sulla vicenda in cui sono state coinvolte Sélène e Moureen e ,avendole conosciute personalmente, dovresti aver capito un pò meglio la situazione rispetto a chi dà giudizi senza probabilmente sapere fino in fondo come si sono svolti i fatti!
2)UN'ALTRA COSA è giudicare gli artisti che loro ci hanno proposto...il fatto che tu abbia scritto:"Ho seguito i concerti perché solo ora posso giudicare in modo più critico",non mi sembra una cosa logica!Questa "grottesca faccenda"va MOOOLTO OLTRE!...anche se loro ci avessero portato ALLEVI e BOLLANI al posto di MARTIN e VINCE cosa sarebbe cambiato?...NIENTE!ASSOLUTAMENTE NIENTE!...sarebbero stati comunque due artisti che erano stati invitati per esibirsi al "teatro della Rosa" di Pontremoli e che alla fine si sono dovuti esibire al "Teatro di Bagnone"!!!
Qualsiasi commento tu abbia da fare su questi due artisti è ASSOLUTAMENTE PERSONALE E INSINDACABILE, ma ritengo che sia fuori luogo nell'ambito della questione "teatro/deCondat".
Sélène e Moureen sono solo due ragazze, imprenditrici e amanti della cultura e dell'arte che si sono APPASSIONATE a Pontremoli (cosa che la maggior parte dei pontremolesi stessi ha smesso di fare...)e che credo avrebbero avuto solo piacere nel cercare di portare qualcosa di nuovo e magari di BUONO a questo paese che si sta spegnendo pian piano...sono estremamente felice di averle conosciute e spero che torneranno a trovarci!
Daria
Lo chiamavano teatro della rosa
metteva l'amore, metteva l'amore,
metteva l'amore sopra ogni cosa.
Appena scese alla stazione
nel paesino di Pontremoli
tutti si accorsero con uno sguardo
che non si trattava di un comunista.
C'è chi il teatro lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
il teatro della rosa né l'uno né l'altro
loro lo facevano per passione.
Ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
senza indagare se la convenzione
ha il cuore libero oppure moglie.
E fu così che da un giorno all'altro
de condat production si tirò addosso
l'ira funesta delle cagnette
a cui aveva sottratto l'osso.
Ma le comari di un paesino
non brillano certo in iniziativa
le contromisure fino a quel punto
si limitavano all'invettiva.
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.
Così un giovanotto mai stato artista
senza mai figli, senza più voglie,
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto.
E rivolgendosi al BLOG
le apostrofò con parole argute:
"il furto d'amore sarà punito-
disse- dall'ordine costituito".
E quelle andarono dal commissario
e dissero senza parafrasare:
"quella schifosa ha già troppi consensi
più di un consorzio alimentare".
E arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi con i pennacchi
e arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi e con le armi....
Alla stazione c'erano tutti
dal commissario al sagrestano
alla stazione c'erano tutti
con gli occhi rossi e il cappello in mano,
a salutare chi per un poco
senza pretese, senza pretese,
a salutare chi per un poco
portò l'amore nel paese....
Stefano Bellini
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