sabato 14 giugno 2008

Un libro in valigia

“Per il lettore ogni libro esiste in una condizione di sogno, finchè le mani che lo aprono e gli occhi che lo scrutano non scuotono le parole fino a svegliarle”.
(Alberto Manguel)

Credo che tutti noi, nel compiere il rito della preparazione dei bagagli che ci accompagneranno verso una più o meno breve vacanza, un posticino lo riserviamo a un libro comprato per l’occasione o accantonato durante l’anno con l’intenzione di leggerlo in ferie, quando i ritmi rallentati e l’animo più sgombro, ci permettono un approccio più disteso alla lettura. Per questo a volte capita di ritrovare tracce di sabbia tra le pagine…
Vogliamo scambiarci suggerimenti?

L’anno scolastico è finito, ma i banchi sono ancora caldi e i debiti da saldare non lasceranno che si raffreddino a lungo. “Diario di scuola”di D.Pennac (Feltrinelli), ritorna al tempo in cui l’autore era l’allievo Pennacchioni, ultimo della classe, un vero somaro. Un po’ romanzo, un po’ saggio, un po’ autobiografia, racconta della scuola dalla parte degli asini, con i loro quotidiani insuccessi, la scarsa autostima, la frustrazione nel deludere le aspettative dei genitori. Racconta anche di un sistema-scuola dove gli allievi in difficoltà facilmente si perdono. Non tutti, come dimostra Pennac col suo percorso di riscatto. Meno male che il merito viene attribuito anche ad alcuni buoni insegnanti che non si rassegnano alla “somaraggine”. Sempre meno, forse, ma molto determinati, perché anche se non sembra, ce n’è ancora più bisogno in una società dove se non sei tra i primi (meglio ancora, il primo) non sei nessuno. “Nella nostra società, un adolescente convinto di essere una nullità, è una preda”.

Per chi si fida dei premi letterari, il Pulitzer 2008: “La breve favolosa vita di Oscar Wao” di J.Diaz (Mondatori), è la saga di un giovane dominicano, imbranato e obeso, trapiantato nel New Jersey per sfuggire la tremenda dittatura di Trujillo. Ma non si sfugge alle proprie radici, fatte di superstizioni (come il micidiale fukù, maledizione che perseguita la sua famiglia), luoghi mitici, salvifiche preghiere, sterminati campi di canna da zucchero nei quali spariscono gli oppositori del regime. Sempre innamorato e sempre respinto, Oscar è un personaggio straordinario, circondato da altre figure intriganti e originali ( splendida quella della madre), come solo la letteratura caraibica sa produrre, con una lingua vivacissima, capace di indignare, commuovere, divertire nello stesso tempo. “Una storia non è una storia se non getta un’ombra soprannaturale”.

Per chi ritiene che i libri possano nutrire l’anima e anche il corpo: “Firmino” di S.Savage (Einaudi), l’affascinante storia di un topo che più sfigato non si può, metafora di tutti gli emarginati della terra. Per sopravvivere a una madre ubriacona e a fratelli tiranni, comincia a mangiare i libri della biblioteca-rifugio: bocconi di Flaubert, Joyce, Faulkner; poi impara che un libro buono da mangiare è anche buono da leggere. Questo non servirà certo a renderlo più felice, anzi aumenterà il suo carico di dolore e tedio, perché attraverso l’identificazione coi personaggi letti, capisce che la vita è una farsa tragica, straziante e ridicola. Conosco l’accusa di plagio mossa all’autore, ma non mi sembra che questo tolga nulla a Firmino, il ratto più infelice della letteratura.

“Ninna nanna per piccoli criminali” di H.O’Neill (Mondadori) è la storia di Baby, dodicenne orfana di madre che vive con un padre inaffidabile che entra ed esce da centri di disintossicazione e da prigioni. Anche lei va e viene da centri di accoglienza e case-famiglia. Una discesa agli inferi per Baby, cui non viene risparmiato alcun putridume e che solo la fine lascia intravedere un timido domani migliore. Dal letame nascono i fior. “ A ben pensarci, la cosa più preziosa che ci viene tolta nella vita è l’infanzia”.

Una lettura non proprio da spiaggia, una lettura per non dimenticare: “Raccontami un altro mattino” di Zdena Berger (Baldini e Castoldi). Kafka diceva che bisogna leggere solo i libri che” mordono e pungono”, quelli che “sono un pugno sul cranio”. E ancora per lui “il libro deve essere come la scure per il cuore gelato dentro di noi”. Sicuramente avrebbe apprezzato questo, se avesse potuto leggerlo. E’ la storia di Tania, scampata ai campi di Terezin, Auschwitz, Bergen Belsen, dove ha compiuto i suoi 20 anni. Liberata nell’aprile ’45, torna a Praga, poi Parigi e la California. Cresce in lei il bisogno di raccontare (come Primo Levi). Il romanzo esce nel ’61, oggi ristampato. Semplice, potente, straziante, penetra nel regno del male, ci fa partecipi dell’orrore, ma anche della voglia di non arrendersi, di sperare sempre in un futuro possibile. E’ un viaggio nel cuore della tenebra e poi una risalita verso una faticosa rinascita. L’autrice dedica il libro a quelli che non hanno vissuto un altro mattino.

Per chi ha letto e amato “Donne con gli occhi grandi”, torna la messicana Angeles Mastretta con una raccolta di racconti “Mariti”(Giunti). A dispetto del titolo le protagoniste sono le donne, le stesse del primo, ora più mature, consapevoli e anche un po’ sgualcite dalle disillusioni dell’esperienza. Il corpo è più vecchio, ma il cuore è ancora imprevedibile e appassionato. “I mariti sono uno stato d’animo”.

Per chi non ama la narrativa “L’epoca delle passioni tristi” di M.Benasayag e G.Schmit (Feltrinelli). Gli autori sono due psichiatri che operano nel campo dell’infanzia e dell’adolescenza e che si interrogano sulle cause della sempre maggiore richiesta d’aiuto loro rivolta da parte delle famiglie. Viviamo in un’epoca dominata da quelle che Spinoza chiamava “le passioni tristi” e non riferendosi alla tristezza del pianto ma all’impotenza e alla disgregazione, alla perdita di fiducia . I problemi dei ragazzi non sono altro che il segno di una crisi della cultura moderna una volta basata sull’attesa di un roseo futuro, ora sempre più minaccioso. Come se ne esce? Ricette infallibili non ce ne sono ma “l’ascolto” può diventare la formula magica. La parola come metodo terapeutico.
(by Annacarla)

2 commenti:

Passo della Cisa ha detto...

Io sto facendo la valigia proprio in queste ore (metaforicamente, si intende: ho mille cose da sistemare prima della valigia!).
Nella borsa metterò l'ultimo libro di Gaetano Savatteri (con un racconto inedito di Andrea Camilleri), "La volata di Calò", ed. Sellerio, Palermo.
E' la biografia romanzata di Calogero Montante, un giovane di una ricca famiglia di Serradifalco, vicino Caltanisetta, che spinto dalla passione per la bici si mette a produrre velocipedi negli anni '20 del secolo scorso.
Niente di meglio per unire la mia malattia per la bici con il viaggio che sarà in Sicilia e toccherà anche quelle zone.

Anonimo ha detto...

Tutte le volte che consigli un libro lo fai con una magia tale che viene voglia di leggerli tutti!
Ma non ne ho il tempo...per questo credo che l'unico libro che metterò in valigia quest'anno sarà una bella guida turistica della Spagna e consiglio a tutti di farlo!