sabato 6 dicembre 2008

Pause

POSSIBILITA' (di Wislawa Szymborska, 1986)

Preferisco il cinema.
Preferisco ì gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuoi bene alla gente
a me che ama l'umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare
che l'intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlare con i medici d'altro.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi,
da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti
che non mi promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco ì paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l'inferno del caos all'inferno dell'ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori a fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari, perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa
che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccare ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco prendere in considerazione perfino la possibilità
che l'essere abbia una sua ragione.



Preferisco il fuoco di un camino, preferisco una pila di libri presi in cambio alla libreria degli onesti, preferisco Ry Cooder e la sua Paris Texas Soundtrack, preferisco una vita minimalista a godere il poco che poi è molto, preferisco allontanare dalla mente una serie di pessime giornate, preferisco un giorno di pausa senza chiacchiere in salotto o sul web, preferisco riavvoltolarmi in poltrona mentre mi sento instabile come un crème caramel, preferisco un giorno di silenzio quando certezze e dubbi si stringono la mano.
(Sorry, Wislawa)

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