"che cosa pensavi di trovare in questo mucchio di parole stampate, la felicità? che idiota devi essere stato.. i libri non sono la vita, tutta questa immondizia può far diventare pazzo un uomo!" (dal film di François Truffaut Fahrenheit 451)
Un autore americano del quale mi sfugge il nome (ahi, come cantava Tom Waits "quando le parole che vorresti usare sono quelle che il tempo ti fa dimenticare!) scriveva su un Venerdì di Repubblica che ogni ambiente in cui viviamo assorbe e manifesta la nostra personalità, le nostre ambizioni, i nostri messaggi . Suggerisce dunque di raccogliere e leggere i messaggi sparsi nelle nostre città e persino nelle nostre case, poiché anche i piccoli ambienti rivelano le nostre ambizioni e il nostro umore. Dice:“I libri che lasciamo in salotto rivelano come ci vogliamo mostrare, i libri sul comodino rivelano come siamo”. Ed i libri che lasciamo nelle cassette delle “librerie degli onesti” all’angolo dei vicoli, cosa raccontano? Sono spesso libri vecchi, rimasti in un angolo dello scaffale per anni. Amori di gioventù o di periodi attraversati da altri umori. Affidati alle cassette di strada raccontano come eravamo. Più di rado sono libri recenti, avuti in regalo e non graditi o acquistati e non piaciuti. E’ più difficile separarsi dai libri amati: ritornano sempre sul comodino oppure ce li portiamo appresso in momenti più oziosi. Non lasciamo facilmente che siano loro a raccontare ad altri come siamo. Curiosare nelle cassette è un piccolo viaggio. Trovare un titolo che ci suscita curiosità o un ricordo e lasciarne un altro che ci ha emozionato o ci ha stufato. Chi legge vive momenti di magica solitudine. Barattare il libro è riallacciare i contatti, partecipare ad una ragnatela di messaggi in una trama infinita di possibilità. Ed il piacere di sfogliare pagine già vissute non è meno intenso del profumo della carta stampata di fresco. Un modo per alleggerire i nostri debordanti scaffali? Anche. Soprattutto un modo per conversare silenziosamente. Don't burn after reading, please.
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