sabato 14 marzo 2009

L'impalpabile dettaglio

(foto contadino nello spazio, da flickr)
"Alla gente di questo Paese non interessano i dettagli.
Non si fidano dei dettagli,si fidano solo dei titoli sui giornali"
Gene Hackman, da Piume di struzzo

Nei titoli dei giornali di questi giorni, le stragi di “improvvisa follia” nelle scuole o per la strada, tra la folla. “Improvvisa follia” di chi ha nell’armadio di casa un piccolo arsenale di armi. Un’accorta precauzione per la sicurezza personale, certo giustificata dalla paura. Un dettaglio, solo un dettaglio. La paura compatta la società e l’uso delle paure diffuse è uno dei metodi storicamente comprovati del controllo di Stato. L’effetto è l’accettazione della riduzione delle libertà individuali. Banale dettaglio anch’esso. Già Benjamin Franklin ammoniva che “chi è disposto a sacrificare la libertà per la sicurezza non si merita né l’una né l’altra”. Di più, credo non si meriti neppure un futuro per i propri figli, lontano dalle traiettorie di pallottole vaganti. Perché, se la paura compatta, il panico disintegra qualsiasi società civile. Ed il confine tra paura e panico è labile e sfuggente. Pure questo un impalpabile dettaglio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi ero su una panchina al Parco della Torre (una delle poche non ancora distrutte dalla paura): il fiume Magra scorreva alle mie spalle con un suono piacevole e noto, di fronte a me il sole calava dietro l'imponenza del ponte creando l'atmosfera serena tipica di questo momento del giorno. Tra una pagina e l'altra della mia lettura alzavo lo sguardo e davanti a me uno scorrere lento, pacifico e vario di umanità, chi sul ponte chi nel parco. Giovani innamorati, bambini, turisti... Mi sentivo bene e per un attimo ho pensato "sono felice di vivere qui". Poi ho ricordato dov'ero...STUMP...questo posto magico, questo momento magico, appartiene a questa città, a questo paese, in cui in realtà sta dilagando il panico... Un panico che rende impossibile la comunicazione serena fra esseri umani, e non sai più con chi parlare e di cosa, e non riconosci più i tuoi amici, le persone con cui sei cresciuto, e ti sembra di essere dentro un film dell'orrore, e vorresti fuggire, andare via di qui... e allora il "loro" panico si trasforma nel "tuo" panico, il il panico che "loro" capiscano toppo tardi quanto sia meraviglioso "condividere"... il panico che presto non ci sarà più magia...per nessuno.

Barbér Pompeo ha detto...

Grazie Simona per la tua testimonianza suggestiva e poi inquietante, fin nei "dettagli". Non ho risposte rassicuranti ma forse è proprio nell'ostinata attenzione ai dettagli che possiamo trovare la possibilità di uscirne fuori. Le paure ci hanno colonizzato e chi è intossicato dalla/e paura/e e ti vive intorno ha un tremendo bisogno di comunicare con persone come te attente ai dettagli.
Che spesso sono la sostanza delle cose.