domenica 20 dicembre 2009

Un libro per salutarci

"Il libro è come un cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici.
Una volta che li hai inventati, non puoi fare di meglio"
U.Eco, Non sperate di liberarvi dei libri

Non trovo modo migliore per salutare tutti gli amici del blog e augurare loro Buon Natale che suggerire ancora una volta qualche titolo.

"Una testa selvatica" di Marie-Sabine Roger (Ponte alle Grazie) è la storia dell'incontro tra lo scemo del villaggio e una vecchietta. Diversissimi, lui è semianalfabeta, lei lettrice, lui vive in una roulotte, lei ha girato il mondo. Ma hanno in comune la solitudine, l'amore per i libri, la simpatia per i piccioni. Per lui diventa la nonna che non ha mai avuto e che lo inizia alla comprensione e all'uso delle parole, che gli servono anche per definire i sentimenti, all'inizio con pudore, poi con naturalezza. E' un incontro magico, in un parco dove di solito ci si ferma, ma senza osservare con attenzione l'umanità che lo popola. Bellissima la citazione di Ba (scrittore africano): "Quando un vecchio muore, è come se una biblioteca bruciasse"

"Francobollo d'addio" di Heloneida Studart (Marcos Y Marcos) è un bel romanzo di indiscutibile impronta sudamericana, con le sue atmosfere passionali e i personaggi che non sono mai quello che sembrano. Soprattutto le donne, le vere protagoniste, sia quelle vive che quelle morte, in lotta per la propria affermazione, contro chi le vuole solo vittime. E, sullo sfondo, corruzione, favelas e una dittatura assassina. Ma anche l'amore, quello che va oltre la morte. E l'odio, che spingerà all'omicidio del marito-padrone. Un omicidio rivendicato con fierezza, esaltante come un orgasmo. Scrittura ricca e affascinante, come solo i sudamericani.

"Quando Nina Simone ha smesso di cantare" di Darina al Jaudi è un'altra storia di donne, per la precisione di una libanese anticonformista, educata dal padre (un intellettuale ateo) alla più completa libertà, al rifiuto di qualsiasi tipo di condizionamento, religioso o sessuale che sia. Ma nella Beirut martoriata dalla guerra civile, una donna è pur sempre una "bestia da tiro", cui non è consentito manifestare sentimenti, tantomeno esigenze. L'ospedale psichiatrico sarà la conseguenza del suo ribelle modo di vivere. Ne uscirà non domata, ma rifiuterà la città (ormai semipacificata), che pure ha sempre amato, per volare a Parigi.

E per gli irriducibili non lettori c'è un libretto di 50 pagine, che contiene decine di romanzi. Si tratta di "Romanzi in tre righe" di Felix Feneon (Adelphi). Uno: "A Cliché un mendicante settantenne, certo Verniot, è morto di fame. Nel suo pagliericcio sono stati ritrovati 2000 franchi. Ma non bisogna generalizzare". Oppure:" L'ex sindaco di Cherbourg, Gosse, era nelle mani del barbiere. Ad un certo punto ha lanciato un grido, ed è morto. Ma il rasoio non c'entra".

Buona lettura e buon 2010 a tutti!
(by Annacarla)

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