sabato 23 giugno 2007

L'ultimo giorno di scuola

Dal giornalino di classe della quinta elementare di mia figlia, oggi adulta e mamma.
“Abbiamo intervistato la nostra direttrice, Giovanna Bisciotti”

- Signora direttrice, dopo lunghi anni passati nella scuola, cosa prova ad andare in pensione?
- Sono 47 anni che lavoro nella scuola e sinceramente provo un po’ di tristezza a lasciarla, soprattutto perché la scuola è fatta di bimbi, e i bimbi si rinnovano di anno in anno e costituiscono sempre qualcosa di piacevole, di interessante, di gioioso, perché l’infanzia è fatta di gioia di vivere, quindi chi vive nella scuola non invecchia mai. […]

- Che cosa occorre per fare bene la direttrice?

- Mah! Oggi come oggi non so! Penso che per vivere bene insieme ai ragazzi non occorre essere una direttrice. Occorre essere adulti che capiscono i ragazzi, stabilire con essi un dialogo, essere capaci di comprenderli, giustificarli quando è possibile, rimproverarli quando è necessario e, ripeto, non occorre essere direttore per fare questo. Lo deve fare il genitore, lo fa l’insegnante, lo deve fare l’adulto in genere, perché ogni persona cresciuta ha il compito di aiutare i ragazzi a crescere.

- Qual è la diversità tra le generazioni di ieri e quelle di oggi?

- Eh! Le diversità sono tante. Ai miei tempi, che sono lontani, ci accontentavamo di poco, proprio di poco. Ed il poco che riuscivamo a realizzare ci dava soddisfazione. Io non so se voi, ora che avete tanto, sapete ancora desiderare e siete capaci di godere di quello che vi viene dato e di quello che conquistate.

- Che cosa le è piaciuto di noi ragazzi?

- Beh, di voi ragazzi mi piace, e mi è piaciuto, e continuerà a piacermi la sincerità, l’ingenuità, la freschezza e la voglia di vivere, che penso l’abbiate proprio tutti, la voglia di vivere serenamente, gioiosamente. È proprio questo che mi ha sempre dato la carica. Quando io mi trovo in mezzo a voi, mi sento un pochino come voi e mi ritrovo bambina, anche se ho tanti anni addosso.

- Signora direttrice, che cosa ha intenzione di fare dopo essere andata in pensione?

- Mi dedicherò alla coltivazione delle rose, per le forze e il tempo che mi resteranno, ai miei fiori, alle mie passeggiate, alla pittura. E quando vi incontrerò, se mi fermerete, faremo una chiacchierata.

Giovanna Filippi Bisciotti, in pensione dalla metà degli anni ’80, ha lasciato le sue rose più belle, cioè i suoi ragazzi, qualche settimana fa. Il suo amore per l’insegnamento, i suoi racconti di adolescente ai tempi della guerra, la sua passione di giovane maestra nelle povere e remote scuole della montagna, il suo impegno per la comunità e per la scuola oggi continuano a vivere in ognuno dei suoi alunni, più o meno adulti, vicini o lontani che siano. Grazie maestra Giovanna.
(by Ottavio)

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